Arroccato su una piccola rupe, affacciato su un bosco di castagni, sorge il minuscolo
Borgo medievale di Pianiano, frazione di Cellere da cui dista soltanto 4 km.
Dalle caratteristiche tipiche della
cittadella etrusca, questo borgo racchiuso entro le mura castellane conserva un vecchio castello interamente modificato, e la
Chiesa altomedievale di San Sigismondo, di cui rimangono l'abside e parte di una colonna del baldacchino dell'altare. Al suo interno custodisce la tela
"Madonna degli Albanesi" del Settecento, e una notevole acquasantiera con tre gigli farnesiani che ricordano l'appartenenza del borgo alla famiglia dei Farnese e al Ducato di Castro.
Un tempo, si accedeva al borgo mediante una
doppia porta, situata alle estremità del Ponte che successivamente è stato interrato, e di cui oggi è possibile scorgere il profilo. Il
Palazzo signorile aveva un cortile corrispondente all'odierna piazza principale; le arcate del suo loggiato sono ancora visibili dalla strada che conduce a Cellere.
La
storia moderna di Pianiano, molto simile a quella di Cellere, risale al periodo medievale quando, durante gli scontri per il predominio del territorio, si affermarono
i Farnese che lo annessero al Ducato di Castro. Verso la fine del Seicento il borgo,
infestato dalla malaria, venne abbandonato dai suoi abitanti; tornò ad essere abitato solo nel 1754, quando Papa Benedetto XIV assegnò il feudo ad una
colonia di oltre 200 rifugiati cristiani provenienti dall'Albania ottomana, in fuga dalle persecuzioni religiose dei turchi. Questi, trovando Pianiano sepolto dalla vegetazione, lo trasformarono da silvano ad agricolo.
Oggi il borgo conta
11 abitanti ed una sola attività all'interno delle mura: una
bottega artigianale che produce splendidi diari con le copertine dei paesaggi da cartolina del borgo.
Il
fascino autentico che ancora conserva, attira ogni anno
numerosi visitatori da ogni dove, soprattutto in occasione degli eventi estivi che qui hanno luogo ogni anno: il
festival di musica, arti e spettacolo "Musa" (patrocinato anche dalla Regione Lazio) e la ventennale
cena medioevale di fine agosto lungo le due vie del borgo, con degustazione di
piatti tipici locali preparati dagli abitanti del paese.
Curiosità
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Il borgo di Planiano ha dato i natali al brigante Domenico Tiburzi, noto come "Re del Lamone".
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Il toponimo del borgo deriverebbe - secondo alcuni studiosi - dal latino Planium Dianae, in onore della dea della caccia e dei boschi essendo stato Pianiano un territorio silvano.
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Del passaggio degli Albanesi, oltre alla tela custodita nella Chiesa di San Sigismondo, rimane il nome di una via a loro intitolata: via degli Albanesi.
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Secondo una leggenda, sepolta sotto i tufi vi sarebbe la monumentale tomba della principessa Rasenna.