A qualche km dal centro abitato, un po' più a valle e a pochi metri dal torrente Agrò, nella frazione di San Pietro e Paolo potrete visitare, la
Chiesa dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò, immersa nella natura e circondata da querce e alberi di agrumi.
È il monumento più importante e suggestivo del paese, nonché un luogo di grande interesse storico, artistico e culturale, simbolo della Valle d’Agrò, in quanto riunisce ben
tre stili architettonici fusi tra loro:
arabo, normanno e bizantino.
Interamente rivestita da pietre arenarie e calcaree, pietra nera lavica e mattoni rossi, la Chiesa era originariamente un
monastero che fu costruito nel
560 dai
frati Basiliani e
che fu interamente distrutto e saccheggiato, alcuni secoli dopo, dagli occupanti
arabi. Nel
1116, il Conte normanno
Ruggero I, e successivamente suo figlio
Ruggero II, lo donò agli stessi frati, permettendo loro di ricostruire la Basilica nello stesso luogo dove sorgeva prima.
Nel
1172, a causa di un terremoto che nel 1169 devastò tutta la zona orientale sicula, la Chiesa danneggiata venne ripristinata dall’
architetto francese Gherardo, che aggiunse nuovi elementi stilistici ed architettonici, che hanno consentito che giungese a noi sostanzialmente intatta e senza rilevanti modifiche posteriori. Sull’architrave del portale principale, potrete leggere ancor’oggi l’
epigrafe in greco antico:
fu ricostruito questo tempio dei SS. Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina a proprie spese. Possa iddio ricordarlo nell'anno 6680 (1172). Il capo mastro, Gherardo il Franco.
Tra il Cinquecento e il Seicento, il
monastero che fu realizzato vicino alla Chiesa e abitato dai frati, divenne un vero e proprio centro culturale, oltre che religioso, con la sua
ricca biblioteca dove i monaci insegnavano a studiosi e artisti umanisti proveniente da più parti. Tale fermento durò fino al 1794, anno in cui i monaci si trasferirono a Messina a causa dell’imperversare nella valle di malattie ed epidemie. Oggi, vicino alla Chiesa, è possibile vedere le rovine del monastero basiliano.
La
Chiesa, dopo molti anni di totale abbandono,
è stata restaurata ed è oggi fruibile ai numerosi visitatori.
All'interno della Chiesa a tre navate con una cupola centrale, potrete ammirare uno stile lineare ed essenziale con le colonne monolitiche sormontate dai capitelli che segnano le navate. Lungo la navata centrale si ergono due cupole: una più alta ed ondulata a spicchi, l'altra più bassa e di forma ottagonale. Vi sono stata deposte le
reliquie dei SS. Pietro e Paolo, di San Biagio, San Nicolò, Santa Lucia, San Bartolomeo, Sant’Orsola, San Domenico, Santa Barbara e San Pancrazio.
Curiosità
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Buona parte della biblioteca, in particolare i preziosi codici manoscritti, miniature e libri molto antichi, furono sottratti dagli spagnoli in seguito alla fallita rivolta di Messina contro la Spagna. Alcuni manoscritti miniati dei secoli XI e XII sono stati rinvenuti in Spagna, presso il monastero di San Lorenzo all'Escuriale e altri presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.
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Alcuni dei manoscritti e delle pergamene superstiti sono oggi custoditi presso la Biblioteca Regionale Universitaria di Messina.
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È stato proposto ufficialmente all'UNESCO di inserire la Chiesa tra i beni artistici patrimonio dell'umanità.
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Ogni anno, l'ultima domenica di giugno, in occasione della festa dei SS. Pietro e Paolo, nei pressi della Basilica si svolge il mercato che un tempo era uno dei più noti di tutta la Sicilia, protraendosi per ben undici giorni e offrendo ogni genere di mercanzia, inclusi gli animali.