La
Grotta del Re Tiberio è la parte finale di un ampio sistema di cavità naturali lungo 6 km, con un dislivello di 223 metri. La grotta è la più nota e celebrata dell'intero
parco della vena del Gesso Romagnola, soprattutto per le
antichissime tracce di frequentazione dell'uomo per millenni.
Lunga oltre 4 km, è facilmente percorribile nel primo tratto iniziale, pressappoco una sessantina di metri, in cui si possono osservare le numerose nicchie artificiali, ed è raggiungibile tramite uno stretto e ripido sentiero panoramico che risale la parete gessosa fino alla Sala Gotica. Durante la salita, poco prima dell'ingresso alla grotta, noterete l'
imbocco di una galleria di cava, scavata tra gli anni Sessanta e Settanta.
All'interno della grotta vi si trovano circa
15 specie di pipistrelli e una piccola colonia riproduttiva della rondine montana, una specie insolita a quote così basse.
Sulle pareti della grotta pullula la
rara felce Cheilanthes persica, e all'ingresso si trovano alcuni esemplari della
felce Adiantum capillus-veneris.
Se siete
amanti della speleologia e dell'avventura, allora potrete prenotare una visita guidata al tratto storico e speleologico. Le
visite alla grotta durano circa 1 ora e 30 minuti.
Curiosità
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Nell'inverno rigido tra il 1944 e il 1945, il fronte della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò per molti mesi lungo l'asta del Torrente Senio, così come testimonia una scritta a carboncino leggibile in una delle pareti gessose che riporta la data del 1944.
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Il nome della grotta deriva da una leggenda che riguarda la vita dell'imperatore romano Tiberio. Egli, secondo la tradizione, si sarebbe rifugiato nella grotta per molto tempo per sfuggire ad una profezia che lo voleva morto a causa di un fulmine. Un giorno, l'uomo, stanco dell'isolamento, uscì dalla grotta ma il tempo cambiò repentinamente e da un cielo sereno si passò ad un cielo nero di tempesta e Tiberio morì folgorato da un fulmine. Proprio come aveva predetto la profezia.