Il settecentesco
Palazzo baronale D'Amelj Melodia che incontriamo passeggiando nella piazza principale di Binetto, è uno degli edifici più imponenti del borgo.
Il palazzo racconta
una storia antica e travagliata, che risale ai primi anni del Settecento, quando la famiglia D'Amelj Melodia fondò l'edificio su una struttura ben più antica: stiamo parlando del
Castello di Binetto, costruito per volontà di Umfredo d'Altavilla, conte di Puglia e di Calabria. La casata scelse quindi questa vecchia fortezza, trasformata poi in palazzo, come residenza, e vi si stabilì al suo interno fino alla metà del Novecento, lasciandolo poi disabitato. Facendo un giro intorno all'edificio, ciò che salta subito all'occhio è la differenza tra la facciata principale e quella posteriore, chiaramente più datata e corredata di una torre laterale.
La
parte anteriore della struttura mostra uno
stile rinascimentale, dal colore grigio, suddiviso su due piani: il
piano terra è dotato di un ampio portale d'ingresso e altri due locali, situati ai lati del portale, di cui uno attualmente adibito a bar. Il
secondo piano è invece arricchito da un bel balcone centrale e sette finestroni. Spostando lo sguardo un po' più in alto, fiero di sé, compare lo stemma dei D'Amelj Melodia ovvero uno scudo raffigurante una torre, tre leoni e tre stelle, dominato da una corona.
Il portone in legno che apre le porte della dimora ci conduce presso un grande androne da cui si raggiunge un loggiato a due ordini di tre arcate ciascuno. Proseguendo verso le scale, notiamo degli accessi murati da cui era possibile entrare allo scrittoio e alla selleria. Raggiungendo il
piano nobile, potrete poi continuare la visita attraversando una porta in legno che vi condurrà all'interno di un salone, recante in uno dei muri una cornice in pietra su cui spiccano lo stemma dei D'Amelj e dei Melodia.
Al
primo piano, si trova una porta a vetri su cui risaltano le iniziali (probabilmente) di uno dei precedenti proprietari, ovvero B, A ed M. La porta conduce in una delle tante stanze che compongono l'edificio, che conserva un antico arco con al suo interno un disegno a matita raffigurante la Madonna con il Bambino. Le stanze che compongono il palazzo sono piene di stucchi, motivi a fiori, scene di caccia e di animali; una di queste per esempio presenta un soffitto a cassettoni riccamente decorato; sulla parete di un'altra vi è la firma di un certo Michele Morrone, datata al 3 febbraio 1909, il possibile autore di alcune delle magnifiche opere d'arte che adornano il palazzo.
Come ogni castello che si rispetti, il palazzo riserva anche delle sorprese: camminando per le sue stanze potrete notare una
larga botola da cui si accede a una stretta e buia scala in pietra. La scala conduce a una delle
torri originarie del castello medievale, un ambiente alto circa 20 metri e con delle finestrelle sui muri.
L'edificio nasconde anche un
pozzo scavato nella pietra, profondo circa 10 metri, e un lungo corridoio caratterizzato da tanti archi divisi da volte in pietra, probabilmente il camminamento difensivo del vecchio castello. Inoltre, è dotato di una magnifica mansarda con un soffitto in travi di legno, raggiungibile attraverso una scala in pietra, che offre una visuale mozzafiato.
Curiosità
- Attualmente il Palazzo versa in uno stato di degrado e abbandono, ma grazie al nuovo proprietario, il dott. Cataldo Tarantini Leone "Barone di Vernole e Marchese di Melpignano", che si è interessato di avviare una lunga e importante ristrutturazione, presto la struttura potrà rivivere il suo antico splendore. Non ci resta pertanto che aspettare, per godere degli affreschi e della maestosità che ha da sempre contraddistinto il Palazzo.