La medievale
Rocca Sforzesca appare ancora oggi in ottimo stato di conservazione.
Deve il suo nome agli
Sforza, una delle casate italiane più importanti, che ne entrarono in possesso nel Quattrocento, conferendogli l'aspetto esteriore che potete ammirare attualmente.
Da
fortezza militare venne trasformata in epoca rinascimentale in
residenza nobiliare dalle famiglie bolognesi Campeggi Malvezzi, che vi abitarono dal Cinquecento fino al 1960, anno in cui la proprietà della Rocca passò al Comune che la convertì in
Casa-Museo.
Presenta all'
entrata un ponte levatoio, ricostruito, preceduto da un
rivellino di origine trecentesca per la guardia di vigilanza dell'ingresso.
Si accede poi al
cortile, dove oggi si organizzano feste e spettacoli.
Al
piano terra vi sono le cucine, con il camino e gli utensili originali del Cinquecento.
Salendo al
piano nobile, 10 sono le sale visitabili - tra le quali l'appartamento privato del Cardinale Lorenzo - oltre alla sala delle armi, alle prigioni con gli strumenti di tortura e al pozzo.
Collocato al
secondo piano è invece il
"Centro studi e documentazioni del Muro dipinto", custode di una collezione di dipinti di arte contemporanea con oltre 150 bozzetti/studi realizzati in occasione della manifestazione "Biennale del Muro Dipinto". Una delle sale del Centro ospita una
piccola pinacoteca con una raccolta di opere della nota pittrice del Novecento Norma Mascellani, insignita della cittadinanza onoraria.
Curiosità
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Norma Mascellani è stata una stimata pittrice bolognese, che si è resa protagonista nel Novecento a tal punto, da far decadere il pensiero maschilista che la pittura fosse un'arte per uomini.
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Il Cardinale milanese Lorenzo Campeggi, divenuto feudatario di Dozza nel 1531, è stato una figura importante per il borgo. La sua salma, custodita a Dozza nella Chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta in Piscina, fu spedita in una modalità singolare: bollita, ridotta in ossa e imballata.
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Una leggenda narra che sotto la Rocca vi fosse un percorso sotterraneo che conduceva fino alle pendici nei pressi della Sellustra.
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Il pozzo sito al piano nobile della Rocca, pieno di lame, veniva utilizzato secondo la leggenda dalla spietata Caterina Sforza per gettarvi i propri amanti e nemici. Tuttavia, non essendovi prove tangibili, si suppone che fosse in realtà un pozzo a rasoio, strumento di difesa tipico delle rocche medievali usato per impedire l'ingresso dei nemici nella fortezza.
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Tra le innovazioni volute dalla grande Caterina Sforza, vi sono le splendide torri circolari, i beccatelli coronati e il nuovo fossato, più profondo del precedente, inondato in caso di attacchi nemici.