Situata in Località Multeddu, la
Roccia dell'Elefante è un grande masso trachitico e andesitico, alto quasi 4 metri, che un tempo apparteneva al complesso roccioso di monte Castellazzu.
Distaccatosi e rotolato a valle, dove si trova attualmente, ha assunto un colore ruggine e una forma che ricorda
un elefante seduto, per effetto dell'erosione operata dagli agenti atmosferici.
La roccia ha grande rilevanza archeologica per le
due tombe preistoriche -
domus de janas - che si trovano al suo interno, risalenti al periodo prenuragico. Esse sono collocate su due livelli diversi e sono state realizzate in momenti diversi, dapprima quella superiore con 3 vani e oggi priva di padiglione coperto, e successivamente quella inferiore ancora ben conservata con 4 vani ed
una protome bovina (elemento decorativo tipico delle
domus de janas), scolpita sulla parete di una cella con uno stile artistico evoluto riconducibile alla prima metà del III millennio a.C.
Curiosità
- Lo studioso Edoardo Benetti, che i primi del Novecento associò per primo la roccia ad un pachiderma - roccia fino ad allora chiamata "Sa Pedra Pertunta" (in dialetto: la pietra traforata) - dichiarò: Chi da Castelsardo percorre la via Nazionale che conduce a Sedini, d'un tratto si trova di fronte ad uno strano spettacolo. Un gigantesco elefante, tre volte più alto degli enormi mamhut preistorici, par che esca dalla giungla e s'incammini verso la montagna.