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Brancaleone (RC)

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Foto Brancaleone (RC)
BENVENUTO A BRANCALEONE, IL BORGO DEI GELSOMINI E DELLE TARTARUGHE MARINE!

Brancaleone è un borgo calabrese di 3.464 abitanti, che sorge su una collina d'Arenaria a 310m sul livello del mare, a circa 3,5 km dalla costa marina. Situato sulla Costa Jonica, nel tratto chiamato "Costa dei gelsomini", vi si estende per circa 10 chilometri, da Capo Spartivento alla fiumara di Bruzzano ...

Brancaleone è una splendida località balneare, che ogni anno attira bagnanti da ogni dove, grazie al suo mare cristallino e alla sua sabbia fine e dorata. E' proprio sulle spiagge di questo tratto di costa che depongono le uova le tartarughe Caretta caretta, in quella che è ritenuta una delle principali aree di nidificazione di tutto il Mediterraneo. L'impegno alla tutela di questi animali ha portato alla nascita a Brancaleone di un Centro di Recupero delle Tartarughe Marine e dell'Associazione "Caretta Calabria Conservation". Quest'ultima, oltre alla tutela e al monitoraggio delle tartarughe di questa specie, gestisce il magnifico Museo del Mare di Brancaleone, custode di straordinari modelli in scala di imbarcazioni a remi e a vapore della cultura marinara locale ed europea, e della storia della biodiversità marina presente nel territorio, con un ampio spazio dedicato alle Tartarughe Caretta caretta.

A Brancaleone è vivo il ricordo dello scrittore Cesare Pavese, qui confinato con l'accusa di antifascismo per 8 mesi, tra il 1935 e il 1936. E' proprio in questo borgo calabrese che scrisse il celebre diario "Il mestiere di Vivere" e il primo romanzo "Il Carcere". La Dimora del confino di Cesare Pavese è situata in pieno centro storico, e nella sua stanza solitaria gelosamente custodita e restaurata dal proprietario, si possono vedere ancora oggi gli arredi originali, tra i quali lo scrittoio dove Pavese compose i suoi manoscritti. La stanza de "U Prufessuri" - così chiamato localmente - è visitabile su prenotazione presso la Pro Loco Brancaleonese, ed è il polo culturale di tutta l'Area Metropolitana di Reggio Calabria, dove si tengono workshop, mostre, convegni e molto altro.

Il borgo antico di Brancaleone Superiore, abbandonato negli anni Cinquanta in seguito ad una alluvione, è oggi noto come Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus. Gestito dalla Pro-Loco di Brancaleone, il Parco consente di esplorare il prezioso patrimonio storico-artistico di questo borgo medioevale, fatto di numerosi ambienti rupestri dove un tempo si stanziarono i monaci basiliani. Particolarmente affascinanti sono alcune grotte-chiese, come quella "dell’Albero della vita", che conservano ancora al loro interno singolari graffiti sacri di matrice Armena. Durante la passeggiata, suggestivi scorci panoramici consentiranno ai visitatori, nelle giornate limpide, di osservare a 360° l'intera costa ionica dei gelsomini, da Capo Spartivento fino a Punta Stilo. 

Il borgo di Brancaleone è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Brancaleone è considerato la patria dei gelsomini, qui importati dai liguri nel 1928, da cui prende il nome l'intera Costa, la Costa dei gelsomini. A lungo coltivato assieme al bergamotto, Brancaleone ne conserva ancora gelosamente le antiche distillerie.

  • La Grotta-Chiesa dell'Albero della Vita, situata nel borgo antico, è molto affine alle grotte chiese dell'Anatolia, dell'Armenia e della Cappadocia.

  • Il Faro di Capo Spartivento, situato su una collinetta nell'omonima località, è il punto più a sud della penisola italiana. Nell'antichità, Capo Spartivento si chiamava Heracleum Promontorium, un nome che rimanda al mitico eroe greco corrispondente all'Ercole dei Latini, che si narra si riposò qui dalle sue fatiche. 

  • Tra i numerosi piatti tipici del borgo, particolari sono "i Zzippuli", zeppole ripiene di acciughe pescate nel mare antistante Brancaleone, e tra i dolci "i Pretali", tipici dolci natalizi ripieni di pasta di fichi secchi e mandorle in pasta frolla.

Citazioni famose

  • La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca. [...] Persino le donne che, a vedermi disteso in un campo come un morto, dicono "Este u' confinatu", lo dicono e lo fanno con una tale cadenza ellenica che io mi immagino di essere Ibico e sono bello e contento. [...] I colori della campagna sono greci. Rocce gialle o rosse, verdechiaro di fichindiani e agavi, rose di leandri e gerani, a fasci dappertutto, nei campi e lungo la ferrata, e colline spelacchiate brunoliva. [...] Qui ho trovato una grande accoglienza: brave persone abituate al peggio cercano in tutti i modi di tenermi buono e caro. [...] Che qui siano tutti sporchi è una leggenda, sono cotti dal sole. Citazioni di Cesare Pavese nelle varie lettere indirizzate alla sorella, 1935-1936.

Apparizioni cinematografiche 

  • Trasmesso da Rai 1, il film "Prima che il gallo canti" (1993) di Mario Foglietti, prodotto dalla Regione Calabria, è tratto dall'omonimo romanzo quasi autobiografico dello scrittore Cesare Pavese, e racconta gli 8 mesi del suo confino a Brancaleone, tra il 1935 e il 1936. 


Cenni Storici
Brancaleone era chiamato in passato Sperlonga o Sperlinga (caverna o spelonca), denominazione poi sostituita con Mottaleonis, composto da motta - ovvero rialzo - e leone. Il nome attuale, invece, risalente al 1300, potrebbe derivare secondo alcuni studiosi dalle zampe anteriori del leone, volgarmente dette branche; un'altra ipotesi è che sia legato alla presenza nella zona del fiore "boccaleone" poichè alcuni vecchi autori si riferiscono al borgo chiamandolo "Boccalionem"; un'ultima ipotesi è che il nome sia stato dato per riconoscimento al valore militare di un miles che portava proprio questo nome. 

Le origini di Brancaleone sono legate all'arrivo dei monaci greco-bizantini tra il VI e il VII secolo d.C., in fuga dalle persecuzioni in oriente. Inizialmente stanziatisi in grotte naturali o scavate per proteggersi dalle devastazioni dei Saraceni, durante il periodo normanno - intorno al 1000-1100 - costruirono dei monasteri, dimostrando un'estrema maestria nonché sapienza nell'utilizzo dei materiali. In questi monasteri, i monaci conducevano una vita di penitenza e preghiera, ma altresì dedita a lavori manuali quali l'apicoltura e l'agricoltura, introducendo nuove tecniche di coltivazione e nuove specie di piante ed ortaggi, con l'intento di supportare e avvicinare le popolazioni sparse per le campagne, fino alla formazione di veri agglomerati urbani.  

Nel 1364, la terra di Brancaleone fu data in feudo ad Antonello Ruffo, discendente dei Conti di Sinopoli, una casata che regnò per ben 4 generazioni. L'ultima discendente, Geronima, sposò Alfonso de Ayerbo, signore di Simeri, che divenne così Signore di Brancaleone. Nel 1548 gli succede il figlio Alfonso De Ayerbo, che vende la Baronia a Troiano Spinelli, Marchese di Mesoraca. Il successore Giovanni Battista Spinelli rivende a sua volta la terra di Brancaleone con il suo casale (Staiti) al predetto Alfonso d'Aragona e nel 1571 Don Alfonso - Conte di Simeri - vende tutto a Don Cristofaro La Rocca nobile di Messinese per 20.000 ducati. Poco dopo, però, la terra di Brancaleone viene rivendicata dal Conte Alfonso De Ayerbo, che per 30.000 ducati la vende alla nobile Messinese Donna Eleonora Spadafora - consorte di Federico Stayti -, che a causa della morte del figlio Andrea concederà poi il possesso al nipote Federico.

Nel 1592, Federico Stayti acquista la terra di Bruzzano ed ottiene il 10 settembre 1607 il privilegio del titolo di "Marchese di Brancaleone" con il possesso dei sui territori. Gli succede il figlio Diego, che aggiunge al proprio cognome "D'Aragona". Morto senza prole, la sorella Ippolita erediterà tutto. Con lppolita, il Marchesato di Brancaleone passa ai Carafa avendo sposato Vincenzo M. Carafa poi divenuto Duca di Bruzzano, figlio di Fabrizio, primo Principe del territorio di Roccella. Con i Carafa sarà erario della Camera Marchesale per Staiti e Brancaleone il Barone Don Carlo Bologna. Erede di Vincenzo e Ippolita sarà Giuseppe, che però morirà prima di avere avuto l'intestazione, così come l'altro successore Vincenzo di cui diventerà erede il figlio Gennaro.

Nel 1811 Brancaleone divenne Comune. Verso la fine del 1800 fu meglio organizzata l'attività della pesca sulla costa, e fra le prime famiglie di pescatori si distinsero quelle degli Aliano e degli Alessi (quest'ultima originaria di Napoli). 

Brancaleone subì gravi danni con i terremoti del 1905 e del 1908; dopo l'ultimo, venne deliberato il trasferimento dell'abitato alla marina, con un provvedimento che fu poi revocato nel 1928.

Verso la metà degli anni Cinquanta, a Brancaleone si iniziò a registrare un progressivo spopolamento, a seguito di una pesante alluvione che comportò la decisione comunale di far abbandonare il vecchio centro storico isolato per trasferire tutti gli abitanti nel nuovo centro abitato sorto sulla costa, precisamente nelle frazioni di Razzà (una baraccopoli ai piedi della collina) e di Paese Nuovo (appendice del vecchio borgo). 

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Brancaleone informa:
Portale turistico di Brancaleone, gestito dalla Pro Loco.

Si ringrazia Carmine Verduci per parte del materiale fotografico.

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