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BENVENUTO A CORLETO MONFORTE, IL BORGO DEI BOSCHI!
Corleto Monforte è un piccolo borgo campano di circa 527 abitanti, che sorge a 683 m s.l.m., su una cresta a forma di nave dei Monti Alburni, e si affaccia sulla Valle del Torrente Fasanella. Il borgo è situato nel cuore del Parco Nazionale del Cilento....
Il borgo è ricco di notevoli testimonianze storiche, come Piano del Bue, un sito archeologico con resti romano-lucani, e "Timpa degli Antichi", composto da resti di insediamenti rurali. Testimonianze che ritroviamo anche nel grazioso centro storico medioevale, ricco di archi. L'estremità del borgo antico presenta una balconata panoramica sulla splendida Valle del Fasanella, ed è nota come Capodarmi per la funzione strategica che svolgeva in passato: rappresentava un baluardo che respingeva tutti coloro che attaccavano tale fronte. Qui, potrete ammirare i ruderi della prima Parrocchia del borgo, la Chiesa di San Teodoro, e poco più in là famosa Piazza Diana, che prende il nome dal tempio dedicato alla "Dea della caccia", che un tempo sorgeva al posto della Chiesa di Santa Barbara. Quest'ultima, è la struttura religiosa più importante del borgo, dedicata alla Santa Protettrice dei Corletani, di cui si può ammirare una statua del Settecento custodita al suo interno, opera dell'artista napoletano Nicola Masi. Poco lontano vi ritroverete in quella che anticamente veniva definita "Piazza Sciuvolo" - l'odierna Piazza Umberto I - così chiamata simpaticamente perchè i bambini vi si divertivano a scivolare come su piste di pattinaggio sul ghiaccio.
Per gli amanti della natura, il borgo di Corleto Monforte rappresenta una tappa imprescindibile. Immerso nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, vanta un'area forestale di circa 3.500 ettari di boschi, nota come Bosco di CorletoMonforte. La peculiarità di questo luogo è la presenza dell'incantevole abete bianco. In questo rilassante contesto naturale, potrete rigenerarvi dallo stress e fare una scampagnata presso l'area attrezzata situata poco al di sopra del Rifugio della Corcomone, nelle vicinanze di una freschissima sorgente d'acqua perenne. Scendendo poi verso il Piano di Cappello, vi ritroverete di fronte ad alcuni caseggiati dove ancora oggi i pastori producono un gustosissimo formaggio di capra. Presso il Museo Naturalisticodegli Alburni, potrete ammirare le numerose specie di animali che popolano questo bosco, e non solo, tra cui ben 25.000 esemplari di insetti.
Se desiderate gustare le specialità gastronomiche della tradizione del borgo, non dovete perdervi la rinomata Festa del caciocavallo podolico e della transumanza,uno degli eventi più sentiti nel borgo che, grazie al successo riscosso, richiama negli ultimi anni anche visitatori al di fuori della provincia di Salerno. L'evento si divide in ben 4 giorni, ciascuno dei quali riserva grandi sorprese. La prima giornata è quasi del tutto dedicata ai bambini, con interessanti attività come la visita ad allevamenti, dove dar da mangiare agli animali e apprendere la lavorazione del latte. Nelle giornate seguenti, si dà maggiore spazio all'enogastronomia e alla musica folk, durante la famosa Transumanza e le varie escursioni.
Il borgo di Corleto Monforte è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Corleto Monforte è uno dei borghi più piccoli della Campania.
L'unica frazione di Corleto Monforte si chiama Carnale, ed è costituita da case sparse e cascinali.
In origine il borgo si chiamava "Corleytum", che alcuni studiosi ritengono significhi "luogo dove abbandonano i noccioli", mentre altri sostengono stia per "cuore lieto", con riferimento al carattere gioviale dei Corletani, come testimonierebbe anche l'eblema di Corleto: il cuore.
Il nome "Monforte" è stato aggiunto più tardi, poco dopo la seconda metà del XIX secolo, probabilmente per la capacità dei Corletani di resistere alle austerità nemiche, come durante l'assedio delle truppe sveve dell'imperatore Federico II nel 1246, quando gli abitanti, per dare prova della propria resistenza, si ribellarono lanciando formaggio anziché pietre e munizioni.
La produzione più prestigiosa del borgo è quella dei formaggi, legata ad antiche tradizioni, tra i quali degno di assaggio è il Caciocavallo podolico.
La statua di San Giovanni Battista, custodita presso l'omonima Chiesa del Cinquecento, fu acquistata a Napoli nel 1719 e portata a Corleto con un mulo.
Nei pressi dell'antichissima Chiesa di San Teodoro, vi è un belvedere mozzafiato sull'intera Valle del Calore.
Il borgo si trova sulla strada che passa per le magnifiche Grotte di Castelcivita, conosciute come "Grotte di Spartaco", un complesso di cavità carsiche situate nell'omonimo comune, particolarmente ricche di stalattiti e stalagmiti dalle molteplici forme.
Citazioni interessanti
La prima denominazione data a Corleto fu, come rilevasi da documenti antichi, Cornito, che in prosieguo diventò Corneto, per uno di que' semplici mutamenti, che si verificano in altri nomi di città e paesi. Varii sono i pareri intorno all'origine di questa denominazione. Taluni vogliono che Cornito, o Corneto, derivasse da cor nitidum, [dal latino nitidus, florido, fiorente, rigoglioso, n.d.r.] altri dal fatto che il suo tenimento era ricco di animali cornuti; e altri, infine, sostengono che il paese fu detto Cornito, da cornus arbor, imperocché vi erano delle selve di alberi corniole. Di queste tre versioni la terza a noi sembra più plausibile, perché i primitivi Lucani, giusta il dire di Varrone, dell'Antonini, e di altri storici antichi, erano usi dare ai paesi il nome dalla natura del luogo ove li edificavano; e Corleto in quei tempi abbondava, come tuttora abbonda, di alberi corniole. La ragione per la quale Corneto fu col volgersi dei secoli cambiato in Corleto, da noi non si sa. Solo mercé l'aiuto della filologia e della tradizione, siamo in grado di poter affermare che i Corletani perché di cuore allegro, chiamarono Corleto il loro paese da cor laetum, e di ciò sia pruova anco il fatto che Corleto ha per emblema il cuore. Tratta dal libro Cenni storici di Corleto Monforte di Francesco Torre, 1893.
Cenni Storici Sulle origini di Corleto Monforte sono state formulate varie ipotesi, la più attendibile delle quali, certificata, è quella che attesta che il borgo abbia un'origine lucana. Il popolo in questione, infatti, dopo aver conquistato altri territori come Roscigno (chiamata storicamente "Montepruno") e Sant'Angelo a Fasanella ("Phasis"), diedero vita proprio a Corleto Monforte per dominare più facilmente tutti i popoli occupati.
L'antico nome del borgo era "Corleytum", che secondo alcuni studiosi significa "luogo dove abbandonano i noccioli", mentre secondo altri sta per "cuore lieto", con riferimento al carattere gioviale dei Corletani, come testimonierebbe anche il fatto che Corleto ha per emblema il cuore.
Grazie ai numerosi feudatari, sono state edificate le numerosi fortificazioni e torri che hanno consentito al borgo di resistere ai numerosi assedi, tra i quali quello delle truppe sveve dell'imperatore Federico II nel 1246, durante la rivolta dei baroni, che vide la devastazione totale di tutti i territori di coloro che avevano partecipato alla congiura, tranne Corleto Monforte. In particolare, dopo 20 giorni di assedio i Corletani, per dimostrare all'avversario la propria resistenza, anziché ribellarsi lanciando pietre ed altre armi, lanciarono formaggio.
Il borgo faceva parte del circondario di Sant'Angelo a Fasanella, appartenente al distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie dal 1811 al 1860. Difatti la cittadina al tempo si chiamava "Corleto a Fasanella".
Poco dopo la seconda metà del XIX secolo venne invece utilizzata un'altra denominazione, "Monforte", forse proprio per la capacità del borgo di resistere alle austerità nemiche, grazie anche alla propria locazione geografica letteralmente in mezzo a due alture.