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Molinara è un borgo campano di 1.565 abitanti, che sorge su una collina di tufo a 592m di altitudine .... Il suo territorio, situato nell'Alto Sannio Beneventano, è immerso in una natura rigogliosa e incontaminata che tocca nella parte più bassa la piana di Calise - attraversata dal fiume Tammaro e ricca di oliveti e vigneti secolari - e sale verso la montagna fino al valico del Casone Cocca, a circa 1000m di altezza.
Sull'estremità meridionale del promontorio sorge l'antico abitato medioevale di Molinara. Il borgo antico, chiamato Rione Terra,fu abbandonato dai molinaresi per i gravi danni causati dai terremoti del 1962 e del 1980. Un significativo e lungo intervento di ricostruzione, ha consentito nel 2016 di restituire alla comunità questo prezioso patrimonio storico e architettonico della memoria collettiva, che ha smesso così di essere la periferia degradata della parte moderna. Gli interventi di recupero sono stati eseguiti nel pieno rispetto dell'assetto originario, scegliendo intenzionalmente di conservare le rovine del passato, al fine di salvaguardare la memoria e far sì che essa stessa educhi le future generazioni alla resilienza. Delimitato da una cinta muraria dalla forma pentagonale, il borgo in pietra calcarea presenta una pianta "a ventaglio" ed è attraversato da una strada principale, Corso Umberto I, che connette le due porte di accesso, Porta Ranna a nord e Porta da Basso, scomparsa, a sud. Porta Ranna è incorporata nelle strutture dell'ex castello feudale, mentre sul lato opposto della strada si affacciano i ruderi della chiesa di San Bartolomeo - poco più di una singola parete - e del suo campanile. Vicoletti stretti a raggiera seguono con le loro scalette il digradare della collina.
In corrispondenza della Porta meridionale, si può ammirare l'edificio di culto più antico del borgo: la Chiesa di Santa Maria dei Greci.Realizzata probabilmente da monaci basiliani intorno all'anno 1000, ha conservato fino al 1737 le funzioni religiose del rito bizantino, come il tipico battesimo per immersione. Dal punto di vista architettonico, questa Chiesa rappresenta una rarità in territorio campano. La sua fedele ricostruzione, infatti, richiama le caratteristiche architettoniche delle chiesette rurali pugliesi di tipo Kuppelhalle - "sala a cupola" - di provenienza orientale; esempi simili si ritrovano anche in Armenia a partire dal V secolo.
In un angolo del borgo, sorge il Palazzo feudale di Molinara, rimasto intatto fino al 1962. Si ritiene che in origine fosse il mastio del borgo fortificato, e le sue murature più antiche sono analoghe a quelle della Chiesa di Santa Maria dei Greci riconducibili all'XI secolo. L'edificio ricostruito presenta un imponente ingresso ad arco che conduce alla corte interna. Nel centro del cortile vi è un pozzo, nel cui parapetto è stata integrata una bellissima stele funeraria di epoca romana.
Il borgo di Molinara è questo e molto altro ancora...
Curiosità
L'olio di oliva rappresenta il prodotto agricolo più importante prodotto nel territorio di Molinara. Nel 2019, Elaios, l'Olio Extravergine di Oliva monovarietale di Ortice prodotto dalla Cooperativa Agricola Terre di Molinara, ha ricevuto il riconoscimento di "Grande Olio Slow". Slow Food ha assegnato alla Cooperativa anche un altro riconoscimento, la Chiocciola, per l'encomiabile impegno nella salvaguardia del patrimonio ambientale e nella difesa della biodiversità. Terre di Molinara ha infatti recuperato moltissime terre abbandonate ed oltre 1.200 piante di Ortice.
La patata di Molinara, di provenienza oltreoceanica, ha impiegato 300 anni per entrare a pieno titolo nella dieta dei molinaresi, che oggi vengono tradizionalmente etichettati come "magnapatane". Molinara dedica al famoso tubero una attesissima Sagra nel mese di agosto.
Nel Fortore la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale, che in quanto a longevità si avvicina ai primati della Sardegna. La nonnina Annamaria Capozzo, nata a Molinara nel 1911, ha compiuto ben 109 anni a inizio 2020. In paese la chiamano "l'americana"perché nel 1953 emigrò a New York, dove ha vissuto per 33 anni, prima di tornare nel suo amato Fortore nel 1986, dove vive con la figlia 87enne. In Italia soltanto 34 persone sono più anziane di lei, mentre in Campania occupa il secondo posto.
Nel 2009, l'artista Andrea Petrone, originario di Napoli ma residente da tempo nell'Alto Sannio, ha voluto omaggiare la sua terra di adozione presentando in anteprima a Molinara la sua mostra personale di pittura e scultura "Il principe nel giardino delle metafore". Un evento artistico e culturale molto atteso a New York, dove Petrone ha conseguito numerosi successi. Il titolo della mostra si riferisce a Totò - Antonio De Curtis - di cui Petrone reinterpreta da anni le sembianze, decontestualizzandole in maniera del tutto singolare; esistono, ad esempio, un Totò/Lucio Dalla ed un Totò/Osama Bin Laden.
Nel 2014, a Molinara, è stata inaugurata la galleria delle opere dello scultore molinarese Sandro Iatalese, che da sempre unisce tradizione e innovazione.
Alcune ipotesi riconducono il toponimo di Molinara all'attività passata degli abili scalpellini, che rifornivano di mole per macine tutti i comuni limitrofi; altre ipotesi lo collegano alla presenza dei mulini ad acqua, un tempo molto diffusi sul territorio.
Cenni Storici Il borgo di Molinara ha origini medioevali, anche se alcuni ritrovamenti archeologici lo fanno risalire ai Romani.
Nel 1977 è stata rinvenuta una preziosa testimonianza dei rapporti con la Magna Grecia: un tetradramma bronzeo, coniato tra il 336 a.C. ed il 323 a.C., con l'effigie di Alessandro Magno.
Il primo documento ufficiale che cita Molinara e la sua Chiesa di Santa Maria risale al 992. Gli studiosi ritengono che a fondare il paese siano stati i monaci bizantini, che qui edificarono appunto la Chiesa di Santa Maria dei Greci, attirando di conseguenza le popolazioni vicine alla ricerca di protezione dalle incursioni. C'è chi ritiene invece che Molinara sia stata creata per motivi politici, data la vicinanza del paese ai luoghi degli scontri fra i Longobardi del Principato di Benevento e i Bizantini del thema di Longobardia nel X secolo.
Nel 1118, in epoca normanna, ne era propietario Raimondo di Loritello. Fra il 1292 e il 1293, fu feudo di Bartolomeo di Capua, Protonotario del Regno. I suoi successori lo tennero a lungo e furono insigniti del titolo di Conti di Altavilla. Dopo i Caracciolo, Molinara restò per più di un secolo sotto i Muscettola di Spezzano fino all'eversione della feudalità.
Con l'Unità d'Italia, Molinara fu aggregato alla neonata provincia di Benevento.
Due devastanti terremoti hanno colpito il paese nel 1962 e nel 1980, segnando l'abbandono del borgo antico, restituito alla comunità soltanto nel 2016, a seguito di importanti interventi di recupero.