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Sant'Agata de' Goti (BN)

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Foto Sant'Agata de' Goti (BN)
BENVENUTO A SANT'AGATA DE' GOTI, IL BORGO DI TUFO!

Sant'Agata è un borgo di 11.216 abitanti situato tra i monti del beneventano, che si erge al di sopra di un'ampia valle verde attraversata da due piccoli fiumi, l'Isclero e il Martorano, alle pendici del Monte Taburno ... . Il borgo detiene la Bandiera Arancione del Touring Club per l'ottima qualità turistico-ambientale.

A renderlo particolare è la sua posizione strategica che attira l'attenzione di chiunque attraversi il ponte Martorano, prima di accedere al centro storico. L'incredibile scorcio ammirato da lontano mostra una schiera di vecchi palazzi antichi disposti a strapiombo lungo una rocca di tufo, circondata da un'ampia vegetazione che sembra voler arrampicarsi sul borgo ed inghiottirlo. La visione d'insieme, molto suggestiva e gotica, induce i turisti che passeggiano lungo il ponte, a pensare che si tratti di una vecchia città abbandonata e disabitata, lasciata nelle mani della natura circostante. 

Le bellezze di Sant'Agata sono concentrate nel centro storico medievale a forma di mezzaluna, caratterizzato da tanti vicoli e vicoletti che si estendono su tutta la rocca, ricchi di monumenti, storie e tradizioni appartenenti ad epoche e stili architettonici differenti. Tra le chiese, famose per la loro pienezza e ricchezza, spicca in piazza Duomo la cattedrale di Santa Maria Assunta in perfetto stile romanico, e a seguire la chiesa dell'Annunziata con la sua struttura gotica. D'importanza notevole sono alcuni palazzi storici come Palazzo Viscardi, Palazzo Parisi e Palazzo Ducale, quest'ultimo conosciuto come Castello Ducale. Il centro storico medievale, con i suoi graziosi portoncini in legno scuro, alternati a bar e ristoranti aventi l'architettura tipica del luogo, è la testimonianza di un tempo bloccato, attestato dalla presenza delle antiche insegne originali dei negozi retrò e delle botteghe artigianali che si affacciano sui vicoletti lastricati in pietra.

Proprio per la particolarità dei suoi vicoletti e per l'appariscenza delle facciate delle chiese, Sant'Agata è stata set cinematografico di molti film famosi. In piazza municipio, l'ingresso dell'ex cinema e la rispettiva insegna deteriorata "cinema", posta all'incrocio della strada, rimandano all'immaginario di cinema passato; quei cinema che si trovavano un po' ovunque, dalle grandi città ai più sperduti borghi.

Il borgo di Sant'Agata de' Goti è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Sant'Agata de' Goti è conosciuta a livello mondiale per essere luogo natio del nonno del sindaco di New York Bill De Blasio, in carica dal 2014 al 2021.

  • Il celebre canto natalizio "Tu scendi dalle stelle" fu scritto dall'autorevole teologo Sant’Alfonso de’ Liguori, vescovo di Sant’Agata de’ Goti dal 1762 al 1775. Il suo alloggio, una umile stanza del Palazzo Vescovile, è ancora oggi aperto alle visite e conserva testi di studio, un leggio e una sedia da lui stesso decorata.                                                                                                   

  • Due secoli fa, a poca distanza da Sant'Agata, è stato costruito l'Acquedotto Carolino, ad opera di Luigi Vanvitelli, commissionato da Carlo di Borbone per innaffiare gli antichi giardini borbonici della Reggia di Caserta.

  • A Sant'Agata, nota per la sua produzione di prodotti locali e vini, è stata riempita la prima bottiglia di Falanghina.

  • Guardando Sant'Agata dal ponte Martorano è possibile vedere il dettaglio di una roccia a forma di scimmia

  • Nei pressi di Sant'Agata vi è una piccola grotta dedicata alla Madonna di Lourdes, con un'edicola votiva incastrata in una collina risalente al 1919.

Apparizioni cinematografiche 

  • Alcune scene del film "La mia generazione" (1996) di Wilma Labate, che vede protagonisti Silvio Orlando, Claudio Amendola e Stefano Accorsi, sono state girate proprio nel borgo. 

  • La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Sant'Agata è stata protagonista nella scena del film "L'imbroglio nel lenzuolo" (2009) di Alfonso Arau, con Maria Grazia Cucinotta.

  • Nel film "Si accettano miracoli" (2014) di Alessandro Siani, Sant'Agata prende il nome cinematografico/fittizio di San Tommaso e le riprese avvengono nella piazza Umberto I.



Cenni Storici
Il ritrovamento di necropoli sannitiche, ricche di importanti testimonianze, ha portato gli storici a dedurre che il borgo attuale corrisponda alla città sannita di Saticula, che nel 315 a.C. fu assediata dal dittatore Lucio Emilio e poi, durante la seconda guerra punica, rimasta fedele alla potenza di Roma. Nel 42 a.C Ottavio Augusto trasformò Saticula in una vera e propria colonia dell'Impero, dopo esser stata un accampamento solo per alcuni soldati veterani che sfruttarono la difesa naturale dei fiumi.

Nel Medioevo la città di Saticula ha subito molte invasioni e dominazioni da parte dei Longobardi, Normanni, Svevi e Angioini

Il suo nome attuale in primo luogo è legato ad una colonia di guerrieri Goti che sopravvissuti nella battaglia del Vesuvio decisero di insediarsi nella zona al cospetto dell'Impero. In questo periodo la città passò sotto assedio dei Longobardi divenendo parte del ducato di Benevento. Fu nel 590 che il re Agilulfo decise di dividere le regioni longobarde in ducati, divisi poi in contee e gastaldie, sezioni minime; la Gastaldia di Sant'Agata era contenuta nella piccola contea di Capua nata dal Ducato di Benevento e di Spoleto, nella regione del Sannio.

Secondo un'altra teoria sull'origine del nome, questo risalirebbe all'epoca Normanna con l'avvento della famiglia Drengot nel 1117 e del conte Rainulfo Drengot che aveva il potere di decidere il nome della sua fortezza. Il cognome della famiglia, con il tempo cominciò a mutare e ad essere pronunciato diversamente sia in Italia che in Francia, divenendo così De-Goth. Il periodo normanno incise molto sulla fisionomia di Sant'Agata, dove furono costruite le quattro porte di accesso e si cominciò a sfruttare le cave di tufo del borgo per creare conserve e cisterne, visitabili ancora oggi. Nel 1130 la nobiltà normanna si sentì minacciata dal nuovo re di Sicilia Ruggero II d'Altavilla, il quale voleva appropriarsi della fortezza. Dopo numerose battaglie contro Rainone, primogenito di Rainulfo Drengot, Ruggero riuscì ad impadronirsi del Feudo.

Anche dopo l'invasione degli Svevi la fortezza continuò a chiamarsi "Sant'Agata De-Goth". Dalle mani di Federico II di Svevia, Sant'Agata passò sotto il dominio degli Angiò di Napoli e subì un periodo di continui passaggi da una famiglia feudataria all'altra. Nel '400 appartenne ai Della Ratta, nel '500 agli Acquaviva, fine '600 ai Cosso, fino ad arrivare nel 1696 acquistata dalla famiglia Carafa di Maddaloni, ramo dei Carracciolo napoletani, che dopo essersi impossessati del castello rimasero fino alla caduta del feudalesimo.

Nella prima metà del Settecento, Carlo di Borbone avviò una serie di ristrutturazioni urbane includendo il territorio in un piano che aveva come obiettivo lo sviluppo delle industrie siderurgiche e il miglioramento della vivibilità per tutte quelle famiglie patrizie provenienti dal Regno di Napoli. Le trasformazioni della città si protrassero per tutto l'Ottocento con la costruzione di edifici e piazze.

Oggi il borgo conserva le tracce del lungo passato, in particolare di quelle chiese e palazzi costruiti tra il Settecento e l'Ottocento.

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Si ringraziano Federica Izzo per i contenuti e fotoeweb.it per il materiale fotografico.

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