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Chiesa dell'Annunziata a Finale Emilia

Santuari, Chiese e Monumenti
Preferito
Chiesa dell'Annunziata
Indirizzo
FINALE EMILIA (MO)
Via Saffi
IndicazioniIndicazioni
Descrizione
E’ l’antica chiesa delle Stigmate e fu costruita nell’anno 1627 per opera della omonima confraternita che nacque presso la chiesa dei Cappuccini nel 1623.

Nel 1784 la Chiesa divenne sede della confraternita dell’Annunziata, sostituendo la confraternita delle Stigmate che nel frattempo trovò asilo presso la Chiesa del Cimitero.

Dopo la costruzione, la chiesa fu restaurata a più riprese: alla fine del ‘700, nel 1864, nel 1946. I lavori del 1864 furono così radicali che la chiesa fu di nuovo benedetta.

Essa è stata svuotata di tutte le opere e gli arredi che l’abbellivano per evitare che si danneggiassero a causa dell’elevata umidità presente.

Delle opere che la abbellivano spiccava sulla facciata della chiesa di via Saffi il bellissimo gruppo marmoreo dell’Annunciazione che proviene dalla primitiva chiesa dell’Annunziata posta alla sinistra del Duomo. Questa scultura è stata attribuita ad un anonimo della scuola veneta ed è stata attualmente trasferita presso il Duomo; essa rappresenta l’Angelo che appare alle spalle della Vergine inginocchiata.

L’edificio, con facciata neoclassica, si presenta rientrato rispetto alla strada, e vi si accede attraversando un ampio spiazzo a gradoni e pavimentato in pietra; è a navata unica con quattro altari laterali ed è direttamente collegata con due nobili palazzi adiacenti i cui proprietari godevano del privilegio di assistere alla Santa Messa da un luogo a loro riservato.

Entrando si è subito colpiti dall’umile bellezza di questa chiesa dalla linea sobria, pulita che invita al raccoglimento.

Attualmente all’interno vi è una piccola tela dipinta a tempera raffigurante la Madonna vestita di rosso con manto azzurro che tiene in braccio il Bambino. L’opera è inserita in una nicchia del muro entro una massiccia cornice di olmo e rovere, protetta da un vetro di cristallo. È opera del finalese Ettore Guidetti, lo stesso autore che ha dipinto alcuni ovali che rappresentano suggestive immagini di Finale antico, nel portico di Palazzo Ventura in Via Trento Trieste

Prima di essere svuotata si potevano ammirare:

  • nella prima cappella di destra un’ancona della metà del secolo XVII, contenente un dipinto che rappresenta L’estasi di S.Camillo de Lellis opera di Giuseppe Artioli noto anche per l’opera conservata in Duomo che rappresenta San Geminiano.
  • Nella seconda cappella di destra: ancona di legno intagliato, dipinto a finto marmo nero, con fregi a bassorilievo dorato; il dipinto rappresenta La Madonna della Ghiara che adora il Bambino con i Santi Caterina d’Alessandria, Geminiano,Niccolò Lucia, Apollonia opera dell’unico antico pittore finalese che noi conosciamo: Battista de Beccanulli. Sono questo quadro e quello che si trova nella Chiesa del Seminario (Santa Caterina e santa Liberata che venerano la Vergine) vengono attribuiti allo stesso autore finalese.
La scultura raffigurante La Pietà proviene dalla primitiva chiesa dell’Annunziata e rappresenta la Vergine in un manto nero che sostiene sulle ginocchia il corpo morto di Gesù; l’opera è caratterizzata da un crudo verismo e gli esperti la collocano come opera nell’ambito modenese del quattrocento.

Attualmente si trova sulla porta di ingresso della cappella del Duomo dedicata al Santissimo Sacramento.

  • Nella cappella maggiore l’altare è in marmo, alto m.2,06 e non è stato rimosso; l’annunciazione, la grande pala che ornava l’altare maggiore (ora, dopo il restauro del 1975, in San Bartolomeo nella prima parete di sinistra) è opera di Francesco Vellani (Modena 1688-1768) rappresenta la Vergine, in veste rossa e manto azzurro, in piedi presso un inginocchiatoio, riceve l’annunzio da un angelo drappeggiato di viola pallido; in alto l’Eterno Padre.
  • Nella seconda cappella di sinistra c’erano l’ancona ed il quadro di San Pietro del Franceschini, che ora si trovano in Duomo nella quarta cappella di destra.
  • Nella prima cappella a sinistra si trovava un’ancona della metà del XVIII secolo; nel timpano la scritta in latino che fa riferimento al restauro, dice: Dedicato a Santa Lucia 1882. le statue in cartapesta, come la Santa Lucia di Giovanni Graziani di Faenza, quadri di valore devozionale, tavolette votive, la Via Crucis, incisioni francesi di tipologia neoclassica ed altri arredi arricchivano questa chiesa.
Faceva bella mostra di sé anche l’organo, opera di Agostino Traeri del 1777 che è stato restaurato nel 1989 grazie ad intervento privato; ora è collocato in Duomo

Attualmente l’edificio ha subito restauri che hanno consolidato e reso funzionale la sua struttura, ma ne occorrono ancora di ulteriori.

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