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Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola e Collegio a Oliena

Santuari, Chiese e Monumenti
Preferito
Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola e Collegio
Indirizzo
OLIENA (NU)
Piazza del Collegio
IndicazioniIndicazioni
Descrizione
La Chiesa di Sant'Ignazio, ex collegio dei Gesuiti, fu edificata verso la fine del Seicento, sebbene presenti elementi fondamentalmente settecenteschi.

I Gesuiti arrivarono in Sardegna nel 1559 dove nel 1588 avevano già altri quattro collegi - a Sassari, Cagliari, Iglesias ed Alghero - cui si aggiunse questo di Oliena grazie al testamento di due olianesi. Grazie ai Gesuiti, vi fu una diffusione capillare dell'istruzione e un impatto determinante anche per l'economia, con la diffusione della coltura del gelso e dell'irrigazione

Nel 1791 divenne la Chiesa divenne la parrocchiale del borgo al posto della Chiesa di Santa Maria Assunta che versava in condizioni precarie, e fu intitolata a Sant'Ignazio di Loyola proclamato Patrono di Oliena.

La sua facciata tripartita è affiancata da un campanile a canna quadrata che culmina con una curiosa cupola che richiama stilemi d'Oltralpe.

Alla Chiesa si accede mediante una doppia scalinata, che conduce in un vasto spazio interno composto da un'unica navata avente sei cappelle, tre per lato secondo il cosiddetto "modonostro" gesuitico, ovvero la normativa del Seicento che regolava il numero e la disposizione delle cappelle. Un arco trionfale introduce nel presbiterio con al centro un altare di gusto neoclassico dove è collocata la statua di Sant'Ignazio. Nelle nicchie degli altari potrete ammirare anche le statue di San Michele Arcangelo, opera dello scultore Monserrato Carena, e la statua del compatrono di Oliena San Francesco Saverio, proveniente dalla Campania, databili tra Seicento e Settecento. Le tele sulle pareti sono opera di artisti contemporanei. 

Ai lati del presbiterio, alcuni ambienti collegano la Chiesa all'ex-Collegio, oggi canonica, che al pianterreno ospita una pinacoteca ricchissima di opere d'arte del Seicento.

Vi è inoltre una galleria di pregevoli statue lignee, come il "Cristo de s'iscravamentu", databile tra Quattrocento e Cinquecento, probabilmente realizzato da uno scultore catalano.

In tempi recenti, un restauro ha riportato alla luce alcune tempere murali, talune incompiute probabilmente a causa dell'improvvisa partenza dei Gesuiti.

Curiosità

  • Sant’Ignazio di Loyola è il Patrono del borgo e viene celebrato ogni anno il 31 luglio.

  • Oliena vanta ben 11 chiese, ma soltanto in due si officia la messa, ovvero nella Chiesa Parrocchiale e nella Chiesa di Santa Maria.

  • Il Collegio nacque grazie al Rettore Giovanni Angelo Salis che fondò nel territorio delle scuole, chiamando a dirigerle i Gesuiti, i quali nel 1644 si stabilirono a Oliena nella casa del Rettore, ovvero nel grande palazzo vicino alla Chiesa che ancora oggi reca sul portone il loro stemma: una I, una H, e una S in caratteri greci con i tre chiodi che rappresentano quelli della croce di Gesù racchiusi in un sole dai raggi grandissimi.

  • I Gesuiti erano bravi religiosi, bravi insegnanti, bravi agricoltori e allevatori ed anche bravi artigiani. Nella piazza che gli Olianesi chiamano "S’ortu ‘e mulinu" avevano installato un frantoio ed un frutteto che si estendeva fino alle odierne scuole medie; a "Janna ‘e Vacchile" avevano un grande allevamento di bovini; a "Irilai" avevano impiantato centomila ceppi di viti; "su ponte 'e sas honcias" avevano una conceria di pelli; vicino a Ponte San Giuseppe avevano costruito un mulino per la macinazione dei cereali; avevano costruito anche una canalizzazione fatta di tegole e calce che portava l'acqua dalla sorgente di Località Mancosu - ai piedi della montagna - fino al Convento e, di fronte alla chiesa, avevano creato una fontana ed un abbeveratoio pubblico. Ad Oliena portarono anche la coltura del gelso e l'allevamento del baco da seta. Dal punto di vista dell'istruzione, attivarono 3 corsi aperti a tutti, senza distinzione di ceto sociale: il corso normale - l'odierna scuola elementare-, quello di teologia morale e il corso umanistico. 

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