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Agenda 2030, si riparte dai borghi: ripresa economica, turismo sostenibile e posti di lavoro

Il Programma d’azione Europeo 2030

Fra gli obiettivi del Programma d’azione Europeo 2030 per le persone, il pianeta e la prosperità, l’obiettivo nr. 8 dell’Agenda mira ad una «crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti». Si tratta di adottare processi produttivi e di consumo responsabili, in virtù di una significativa riduzione delle sperequazioni nell’accumulo di ricchezza da un lato e delle disuguaglianze nell’accesso a lavoro, informazione e formazione dall’altro. Tra le puntualizzazioni dell’obiettivo, si sottolinea la promozione di «politiche orientate allo sviluppo, che supportino le attività produttive, la creazione di posti di lavoro dignitosi, l’imprenditoria e l’innovazione, e che incoraggino la formalizzazione e la crescita delle piccole-medie imprese», con un riguardo specifico rivolto anche al turismo, nella misura in cui si ravvisa la necessità di «concepire e implementare entro il 2030 politiche per favorire un turismo sostenibile che crei lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali». Ciò è vero soprattutto per i piccoli centri, lasciati storicamente a margine del grande sviluppo industriale e terziario delle metropoli, e svuotati per tutto il corso del XX secolo di una delle risorse più preziose: il capitale umano, che conserva e perpetua l’eredità culturale delle comunità di appartenenza, la memoria dei luoghi e la vita nei borghi. 

Un turismo "sociale"

Stiamo parlando, dunque, di circa il 90% del territorio italiano, costituito da borghi di modesta estensione territoriale, con un’esigua densità di popolazione ed una collocazione geografica che spesso ne rende complicato il raggiungimento, ma che sono quasi sempre custodi di rara bellezza ed autenticità. Luoghi incontaminati, paesaggi mozzafiato, testimonianze tangibili di epoche e di civiltà remote, tradizioni inconsuete e millenarie, enogastronomia genuina prodotta nel rispetto degli ecosistemi, e lavori artigianali di cui si sta riscoprendo il valore, sono gli ingredienti vincenti di una rivoluzione sostenibile che può e che deve partire proprio dai piccoli centri, passando attraverso un turismo di tipo “sociale”.

La Dichiarazione di Montreal (BITS, 1996) definisce il turismo sociale come un rapporto di solidarietà fra turisti e popolazioni ospitanti che ha come fine proprio lo sviluppo sostenibile, in quanto «creatore di società», fattore di crescita economica, «attore dell’assetto territoriale e dello sviluppo locale e partner dei programmi di sviluppo mondiale che stimola il trasferimento di risorse da luoghi più sviluppati a luoghi meno sviluppati».

La piattaforma nazionale Il borghista

La piattaforma turistica innovativa Il borghista nasce proprio a partire da simili consapevolezze, quale strumento concreto di rilancio sociale ed economico per tutte le piccole realtà che vogliono dotarsi di un portale turistico che possa renderle competitive nel mercato su larga scala, incidendo positivamente sui meccanismi di spopolamento che le interessano, mediante un turismo di tipo sociale e lento come vettore di crescita economica. Attraverso l’immissione sistematica dei piccoli comuni sulla piattaforma, la cui iscrizione favorisce altresì la visibilità delle attività commerciali, ricettive ed artigiane che operano sul territorio, sta nascendo una vera e propria rete tematica incentrata sui borghi che incontra uno specifico target di turisti: il turista dei borghi, il “borghista”, avido consumatore culturale di narrazioni per immagini e di contenuti esaustivi e ben presentati, alla ricerca di esperienze inedite, dell’autenticità e della semplicità dei luoghi semi-sconosciuti. Le nuove modalità di comunicazione digitale attraverso cui i turisti si muovono pongono nuove sfide, tanto agli amministratori comunali, quanto ai soggetti economici locali. Tali sfide costituiscono inedite opportunità di collocazione sul web marketing, al fine di valorizzare tutte quelle vocazioni naturalistiche, enogastronomiche ed artigianali dei borghi che possono creare ricchezza e lavoro in un'ottica di economia circolare, nel pieno rispetto delle comunità che li abitano.

Le alleanze tra borghi limitrofi

La rete tematica del turismo dei borghi, inoltre, può favorire la nascita di alleanze di borghi, finalizzate non solo a integrare mutualmente offerte e servizi nei termini di un approccio cooperativo e sistemico, ma anche a rafforzare la consapevolezza delle comunità, in quanto vere e proprie «comunità di eredità», depositarie di cultura, storia e tradizioni, sul valore di abitare i luoghi.

È in questo senso che la Convenzione di Faro sulle comunità di eredità del Consiglio d’Europa esorta chi vive nei borghi a prendere parte attiva, in termini di responsabilità condivisa, alla custodia e alla promozione del patrimonio culturale tangibile e intangibile, in sinergia con le istituzioni e i soggetti economici locali. Si tratta di ciò che, in altri termini, ribadisce Confcooperative nella Carta dell’Habitat, sull’abitare come atto consapevole di partecipazione e valorizzazione, rinnovando il rapporto tra passato e presente per far rinascere i borghi.

Conclusione

In un simile scenario dai risvolti locali, ma dalla portata globale, Il borghista si pone quale  vettore socio-economico innovativo, inclusivo e sostenibile al servizio dei piccoli centri, in linea con gli obiettivi di sviluppo dell’Agenda europea 2030 e tale da offrire ai borghi strumenti concreti di visibilità e di crescita, affinché «nessuno sia lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità».