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Pignola, il mio amato borgo

Una ragazza di Pignola

Il mio è un piccolo borgo arroccato sui monti, che si chiama Pignola ed è noto come il “paese dei portali”.

Il suo affascinante centro storico va immaginato percorso dalla fiorente nobiltà che popolava il borgo nel Settecento.

Incantevoli i palazzi nobiliari che si incontrano, come Palazzo Gaeta, nella piazza principale, adornato da splendide cariatidi che sorreggono i balconi, e che si scorgono anche nei punti più impensabili del centro, alzando lo sguardo al cielo: si crede che questi mascheroni potessero proteggere il paese tenendo lontano gli spiriti maligni; oppure Palazzo Ciasca, che attualmente si sta rifacendo il look per tornare all'antico splendore, e che ha visto la sua fortuna nei secoli, cambiando spesso proprietario e quindi nome - appartenuto, prima che ai Ciasca, ai Baroni Lombardi e poi ai Murolo, il cui proprietario era un poeta che lo considerava fonte di ispirazione per i propri sonetti.

Passeggiando per le vie del borgo, il passaggio dei secoli si legge qua e là, nelle date impresse sui portali. Le stradine salgono in maniera circolare e portano gradualmente alla parte nuova.

La Chiesa di Maria SS. Degli Angeli, che tanto mancherà ai suoi fedeli in questi tristi giorni, è il punto nevralgico della religiosità del borgo, così cara agli abitanti da presentarsi tuttora bella e forte – nonostante le varie calamità – proprio grazie alle loro generose donazioni. Si narra che qui vi sia sepolto addirittura Carlo Sellitto, uno dei più grandi maestri della pittura di Caravaggio del ‘600, di cui si conservano alcune opere.

A Pignola non ci manca neanche il verde, con i suoi rigogliosi boschi che si possono attraversare a piedi o a cavallo, per godere al meglio delle bellezze del posto.

La frazione più importante, Pantano, accontenta anche i ciclisti, con la sua pista che abbraccia il lago e consente una totale immersione nella natura, fino all’oasi del WWF con le sue 150 specie di uccelli.

Il legame con questa frazione è rafforzato dalla presenza della scultura lignea della Madonna, che viene portata in processione da un sito all’altro durante due periodi dell’anno, a maggio e a settembre. Da maggio a settembre, esposto nella chiesa madre di Pignola, e da settembre a maggio, nella chiesa madre di Pantano. Per non parlare delle numerose leggende legata al culto della Madonna, occorrerebbe un racconto a parte.

Basta fare poi un balzo poco più in là e si arriva a Sellata, una località sciistica a 1255 m di altitudine, con le sue organizzatissime piste che fanno felici anche gli amanti della montagna.

Le tradizioni... quale borgo non ha le sue! La festa della Madonna è preceduta dall' “Uglia”, con l’effigie della Madonna sulla stoffa che ricopre il baldacchino in legno a forma, appunto, di “Guglia”. La tradizione vuole che il baldacchino, condotto dai portatori a tempo di musica scandita dalla banda musicale, “saltino” il fuoco durante la processione, spostandosi di falò in falò. Piccoli fuochi, che culminano con un grande falò alla fine. Con ogni probabilità, la “Uglia” con l’effigie della Madonna rappresenta il bene che sconfigge il male rappresentato dalle fiamme del fuoco.

Un'altra tradizionale festività, viva nel tempo, è la festa di Sant’Antonio Abate che si svolge il 17 Gennaio, con la corsa di asini, muli e cavalli guidati dai propri fantini, che compiono tre giri intorno alla chiesa dove ricevono la benedizione. Anche questa festa ha un legame col fuoco. La sera precedente, viene preparato e benedetto dal parroco, un grande falò nella piazza del centro storico; i partecipanti, secondo la tradizione, devono portarsi a casa un pezzo di carbone che servirà per accendere il fuoco e portare, dunque, la benedizione del Santo.

Ma questo è solo un pezzo di Pignola, quello raccontato da me che ci vivo; la parte mancante è quella raccontata dai visitatori, che con occhi diversi riuscirebbero a mostrare a noi abitanti un altro bel volto del borgo... quel volto che, come spesso accade, chi ci vive non nota più.

 
Una ragazza di Pignola
#andràtuttobene