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Belmonte Calabro (CS)

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Foto Belmonte Calabro (CS)
BENVENUTO A BELMONTE CALABRO, IL BORGO AFFACCIATO SUL MARE, FAMOSO PER IL SUO POMODORO GIGANTE!

Belmonte Calabro è un borgo calabrese di circa 2 000 abitanti, che si eleva, maestoso e quieto, dall’alto di una brulla collina a 262 metri sul livello del mare.

La Natura ... Il patrimonio naturalistico e vegetazionale è ricco di arbusti, alberi di modesta dimensione, boschi e pinete. Esso contribuisce a formare la macchia mediterranea, comune ai numerosi paesi della costiera tirrenica, che caratterizza il versante ovest della Calabria. Salendo per l’entroterra montuoso troviamo l’acero, il frassino e l’ontano, alle quote medie ci sono boschi di querce, d’abete, di pino, di faggio e di castagno, mentre la pianura è intrisa d’alberi da frutto, cespugli di ginepro e ginestra, piante aromatiche di salvia, rosmarino, capperi, finocchio selvatico, origano, e manti di menta e basilico. Il bacino idrografico raccoglie numerosi ruscelli, ed il fiume Veri lungo 7 Km, che nasce dall’entroterra collinare, bagna la campagna circostante coltivata a terrazze e raggiunge il mare. La grande biodiversità che caratterizza il versante sud della collina del paese ed il suo fondovalle, consta di circa 200 specie di vegetali e 130 specie animali e rappresenta uno dei numerosi ambienti naturali locali da preservare e tutelare.

Il Centro Storico. Il territorio raccoglie moltissime testimonianze storiche: monumenti, palazzi, chiese e un bellissimo centro storico. Esso rappresenta un piccolo gioiello architettonico arroccato alla base di un castello medievale di cui, oggi, non restano che pochi ruderi. I suoi rioni sono ancora ricordati con le vecchie denominazioni, come u borgu, u muragliu, u mancu, u diàstru, a chiazza. Passeggiando per questi luoghi rimasti quasi intatti, potrete respirare ancora un’aria di vita semplice, laboriosa e modesta e trovare delle vecchie botteghe artigiane del calzolaio e del sarto e alcune massaie, vestite di costumi tipici, intente ai lavori di ricamo e di cucito. Immersi nell’esplorazione di questi luoghi, ammirerete le antiche case caratterizzate da davanzali e terrazzini fioriti che danno accesso a splendidi panorami della valle sottostante, gli architravi e le cornici che adornano le finestre di vecchia manifattura, i balconi e i frontali di portoni in tufo. Si possono visitare le numerose case fornite di feritoie, come quella della famiglia Osseo, dei Bassarèo, dei Cuvelli, dei Barone. Si può inoltre passeggiare per i numerosi viottoli a larghezza d’uomo o sostare nelle piazzette in cui è facile immaginare la vivacità e l’armonia che un tempo regnavano fra vicini. Il centro storico è racchiuso da mura di cinta medievali che ancora, in buona parte, si conservano intatte.
Di notte, piccole luci di un intenso colore giallo illuminano questo prezioso patrimonio rurale, contribuendo a dargli un aspetto più suggestivo e caratteristico. Uno storico locale definisce questo borgo “un testimone autentico, muto ed eloquente nello stesso tempo, dei secoli passati”.

Oasi Blu Isca. L’ambiente marino, invece, è tutelato dalla presenza dell’ “Oasi Blu Isca” e dal relativo CEAM, (Centro Educazione Ambiente Marino), gestiti dal WWF. Questa piccola area marina, istituita dal 1991, presenta la tipica flora e fauna mediterranea, racchiusa intorno agli scogli d’Isca che s’inabissano fino ad incontrare a 25 mt di profondità un magnifico fondale. Attaccati agli scogli vivono gorgonie, ricci, spirografi, margherite di mare, paramuricee, mentre polpi, scorfani e aragoste si nascondono nei meandri rocciosi e nella sabbia assieme a madrepore arancione e stelle marine. Simbolo dell’Oasi è la cernia, preda ambita per l’apprezzata qualità della sua carne, secondo piatto dei numerosi ristoranti locali. Sotto la superficie dell’acqua cresce una foresta sottomarina popolata da praterie di poseidonia, donzelle pavonie, saraghi, cefalotti dorati e occhiate, da branchi di castagnole e di salpe dai riflessi dorati. Oltre all’accentuata presenza di gabbiani e di ballerine, si possono talvolta osservare gli aironi che sostano sui due scogli. Il clima è salubre, temperato ed asciutto anche se dominato da venti marini. 

Il Pomodoro di Belmonte. Il nostro Comune conserva diverse tipicità sia per quanto riguarda i prodotti propri del territorio sia per quanto concerne la lavorazione e la conservazione di prodotti comuni. Il “principe” dei nostri prodotti tipici, proprio del Comune di Belmonte Calabro, è senz’altro il famoso “Pomodoro di Belmonte”. Questo ortaggio, protetto da un marchio De.CO, si distingue per alcune caratteristiche fisiche quali la grandezza, il colore e la forma nonché per le sue note proprietà organolettiche. Per quanto concerne la storia di questo “gigante” si suppone che, dopo l’importazione dall’America alla fine dell’800, abbia acquisito caratteristiche uniche dettate dalla conformazione del territorio o da una possibile mutazione. In realtà si può distinguere in due prodotti con caratteristiche diverse: il primo, detto “a cuore di bue”, è caratterizzato da un peso che varia dai 400 gr agli 800 gr e da una forma allungata simile a un cuore. Il secondo, detto il “gigante”, si presenta con una forma più tondeggiante e il suo peso può raggiungere e superare i 2 kg.

Il Gigante. Lo chiamano “gigante” ed è davvero grande. Infatti, il suo peso mediamente varia dai 700 ai 1000 grammi per ogni frutto e cresce su una pianta altrettanto gigantesca, la cui altezza raggiunge anche i 3m. Non diventa mai rosso, ma resta di un colore rosato intenso. Al contrario degli altri pomodori, matura dall’interno verso l’esterno, e la sua polpa, che non ha alcuna acidità e pochi semi, si fonde in perfetta armonia con la buccia. Per le sue caratteristiche è consigliabile consumarlo solo in insalata. Oggetto di molti attacchi d’imitazione, il pomodoro di Belmonte coltivato in terreni limitrofi all’area belmontese, non ha la stessa resa produttiva e qualitativa. Il suo ciclo di produzione è piuttosto limitato: inizia verso i primi di giugno, ad una altitudine media di 50m slm, per terminare a settembre sulle colline circostanti, ad una altitudine massima di 600m. Altra caratteristica che lo rende unico è che la pianta produce buoni frutti solo se coltivata a campo aperto. Insomma, pare non gradisca la coltivazione in serra. Le sue proprietà organolettiche, oggi, sono oggetto di uno studio approfondito, presso la facoltà d’Agraria, dell’Università di Catania. Importato in Italia da un emigrante belmontese, che tornava dagli Stati Uniti, nei primi anni del secolo scorso, un uomo di cui purtroppo si è perso il nome, dal 2003 è salito sull’altare dei prodotti De.C.O (denominazione comunale d’origine) ed è l’unico pomodoro italiano a fregiarsi di questa etichetta che, proprio per identificarlo in modo inconfondibile, è appiccicata su ogni frutto. Ben conosciuto nell’area della provincia cosentina, che ne assorbe circa il 70% dell’intera produzione, è stato recentemente scoperto anche dalla ristorazione d’alto livello ed è quindi reperibile in alcuni ristoranti del Centro e Nord dell’Italia. Nel 2022 Belmonte Calabro ha ottenuto il premio Codacons Piccolo Comune Amico proprio grazie al Pomodoro di Belmonte.

Percorsi Naturalistici. Si può vivere questo paesino con dei fantastici sentieri naturalistici che dal livello del mare portano fino alla cima più alta della catena Costiera, Monte Cocuzzo, con i suoi 1541 metri sul livello del mare. Sentieri che permettono di attraversare paesaggi di vario tipo, caratterizzati da prati e rocce suggestive, boschi con alberi monumentali, macchia mediterranea, gole di fiumi, e di godere di panorami stupendi e fenomeni unici come il Sole che sorge dal Parco Nazionale della Sila oppure il Sole che tramonta dietro l’area marina protetta degli Scogli di Isca oppure dietro l’arcipelago delle Isole Eolie. Sentieri che abbracciano anche la nostra storia, arte, religiosità e le nostre tradizioni eno-gastronomiche. I nostri percorsi storico-naturalistici e naturalistici sono adatti per fare trekking e Nordic Walking, essendo di differenti difficoltà e durata, e coinvolgono i più esperti ma anche i meno esperti, essendo affascinanti e divertenti, adatti a tutte le età, praticabili soli (sono mappati digitalmente) oppure con guide turistiche e GAE.

Ecco l’elenco dei sentieri

Anello di Belmonte Calabro: distanza 5,67 km, difficoltà semplice-moderata, altitudine minima 25 metri e massima 372 metri, dislivello 325 metri, tempo totale circa 3 ore;

Sentiero della cascata del fiume Veri: distanza 1,5 km circa, difficoltà moderata – difficile, altitudine minima 192 metri e massima 249 metri; dislivello 54 metri; primo tratto trekking  secondo tratto acquawalking; tempo totale di percorrenza circa 3 o 4 ore;

- Sentiero ai piedi del Monte Cocuzzo: distanza 4,44 km, difficoltà semplice-moderata, altitudine minima 756 m e massima 1130 m, dislivello 370 metri, tempo di percorrenza circa 2/3 ore;

-Anello del Castagno Abracciatutti: percorso ad anello, distanza 7,83 km, difficoltà semplice-moderata, altitudine minima 655 m e 920 m, dislivello 301 metri, tempo di percorrenza 3 ore.

Belmonte Calabro è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Il Pomodoro Gigante di Belmonte può arrivare a pesare oltre 2 chili, e presenta un gusto unico e inimitabile con vani tentativi di produzione in altri territori.

  • Gli scogli di Isca, bellezza naturalistica nel mare tra Belmonte Calabro e Amantea e Oasi blu protetta, erano già ben noti ai tempi di Omero.

  • I tramonti Belmontesi ammirati dal Belvedere del Centro storico, sono una bellezza unica e sempre diversa. Nelle serate ottimali è possibile osservare all'orizzonte, con il sole al tramonto, oltre alle Isole Eolie anche l'Etna. Uno spettacolo da togliere il fiato.



Cenni Storici
Il territorio di Belmonte Calabro, in cui dal II sec. a. C. troviamo attestazioni di presenze di coloni Greci, vede la nascita di una prima fortificazione, su ordine di Carlo I d'Angiò, sostenuto dalla celebre famiglia napoletana dei Pignatelli (di origine longobarda), al Maresciallo Drogone di Beaumont. Costui fece costruire un castello tra il 1270 ed il 1271, che ebbe notevole espansione tra il XVIII e XIX sec. Intorno al castello rapidamente sorse un borgo, il cui nucleo iniziale fu l'attuale Piazza del Giudice. La Regina di Napoli, Giovanna I, delimitò il territorio di Belmonte, separandolo da quello di Amantea nel 1345. Dall'inizio del XIV secolo, il castello di Belmonte venne infeudato dapprima da alcuni esponenti della nobilità napoletana, sotto le famiglie Mastroiodice o Mastrogiudice, Cossa o Salvacossa, Sacchi, poi dalla Signoria dei Di Tarsia dal 1443 al 1578.

Dal 1578, il feudo venne venduto da Diana di Tarsia a Torino Ravaschieri, una ricca famiglia genovese, e sotto di loro Belmonte fu elevato a Principato, da parte di Filippo III di Spagna il 5 Marzo 1619. I°Principe di Belmonte sarà Orazio Giovan Battista Ravaschieri. 

Nel 1806 Belmonte venne espugnata dall'esercito francese di Napoleone, come ultimo dei castelli calabresi, distruggendolo il 17 febbraio 1807.

Nel 1860, tornati i Borboni, Belmonte venne annesso al Regno d'Italia.

Nel 1905 un fortissimo terremoto distrusse il castello già bombardato dai francesi, ma questo secolo vedrà Belmonte come un importante centro attivo nello scenario politico italiano.

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Portale Turistico di Belmonte Calabro, gestito dal Comune.

Si ringrazia Francesco Veltri per il materiale fotografico.

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