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BENVENUTO A CAMEROTA, IL BORGO DELLA TERRACOTTA E DEGLI ULIVI SECOLARI!
Camerota è un borgo campano di circa 7.200 abitanti, che sorge su uno sperone roccioso a 322 m. s.l.m., affacciato su una valle ricoperta da ampie distese di ulivi giganteschi, dai fusti secolari, fino a raggiungere il mare ....
Il centro storico di Camerota era originariamente protetto da una cinta muraria medioevale, dotata di tre porte di accesso, delle quali ne rimane soltanto una, Porta di Suso. In posizione dominante si può ammirare il Castello Marchesale, che gode di una incantevole vista sulle vallate circostanti che si perde fino al mare di Marina di Camerota. Passeggiando per le viuzze del borgo, tappa obbligatoria sono le famose botteghe dei cunzàri (vasai), in cui si tramandano di padre in figlio le antiche tecniche di lavorazione dell'argilla. Nonostante la tecnologia abbia introdotti i torni a motore, infatti, i cunzàri camerotani utilizzano ancora oggi con sapiente maestria il tornio a pedale, che potrete imparare ad utilizzare presso i vari laboratori. C'è perfino chi continua a lavorare l'argilla con la tecnica a lucignolo o colombina, precente al tornio, utilizzata dall'uomo nel Neolitico!
Partendo da Marina di Camerota, percorrendo stretti tornanti con scenari mozzafiato, inebriati dai profumi della macchia mediterranea, si giunge al borgo di Lentiscosa, frazione di Camerota. Il nome del borgo è legato al lentisco, un arbusto sempreverde che domina il paesaggio.La storia di Lentiscosa ha subìto l'influenza dei monaci basiliani di cui si conservano preziose testimonianze qua e là nel borgo, come la chiesa di Santa Maria ad Martyres, completamente affrescata secondo l'iconografia tipica della teologia cristiana d'Oriente. Ma la vera perla del borgo è il seicentesco Santuario di Santa Rosalia, un magnifico balcone sul mare.
Ai piedi del colle Calvario, in una vallata circondata da ulivi, sorge il borgo medioevale di Licusati. Maestoso è il percorso che vi conduce, seguendo la SP 66, tra imponenti rocce, corsi d'acqua, antiche fortificazioni ed ulivi secolari. Nel borgo di Licusati potrete ammirare la varietà di ulivo più diffusa nonché la più antica, la Pisciottana, dalla quale si ottiene un olio molto pregiato tutelato dal marchio DOP. Percorrendo le strade del borgo che conducono alla chiesa di San Marco ed ai bei palazzi nobiliari, si può intraprendere un affascinante itinerario di archeologia agro-industriale tra gli antichi frantoi di Licusati. Nel corso dei secoli i proprietari delle ampie distese di uliveti hanno perfezionato le tecniche di estrazione dell'olio. Il ricco itinerario nel borgo consente di visitare il seicentesco frantoio "a capoforca", l'ottocentesco frantoio ad acqua, per poi giungere ai ruderi di quello idraulico di fine '800 e ai moderni modelli dalla "tecnica a freddo".
In una suggestiva passeggiata tra il blu del mare e il verde della macchia mediterranea, seguendo la panoramica SS. 562 che dall’uscita di Poderia conduce verso la costa, si giunge al borgo di Marina di Camerota. Il suo centro storico conserva ancora intatto l'aspetto di un borgo marinaro, con le tre torri costiere -chiamate del Poggio, dell'Isola e Zancale - che proteggevano i camerotani dagli attacchi via mare. Paaseggiando lungo il porto turistico, si arriva a piazza Simon Bolivar, luogo di partenza ideale per esplorare le grotte della costa, facilmente raggiungibili a piedi. Verso la spiaggia di Lentiscelle, si può incontrare la prime grotta paleolitica, grotta della Cala, dove sono stati rinvenuti interessanti reperti come ciottoli ed armi in osso. Proseguendo, si incontrano grotta e riparo del Poggio, in origine un'unica caverna che, a causa dell’azione delle acque, nel Pleistocene è crollata determinando la forma attuale. Ricerche archeologiche hanno dimostrato che questo luogo è stato abitato dal Paleolitico Inferiore fino all'Età del Bronzo, e a testimonianza dell'intensa attività di caccia dell'uomo si possono osservare resti di ossa di cervo e capriolo, orso bruno, rinoceronte, leone, coniglio, sciacallo ed elefante. Poco più avanti, sulla spiaggia di Lentiscelle, si trova la grotta della Serratura, che prende nome dalla caratteristica forma dell'apertura. Profonda e ricca di testimonianze, nel corso dei millenni la grotta è stata anche sommersa dalle acque; un fatto testimoniato dai fori provocati da piccoli molluschi, i litodomi, e dai solchi lasciati dalle acque marine. Fino a giungere al porto naturale degli Infreschi, che con le sue baie, le alte falesie rocciose e le grotte marine è considerato il gioiello marino del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Il borgo di Camerota è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Il territorio di Camerota è uno dei luoghi più importante in Italia per lo studio della cultura preistorica lungo la costa; proprio qui si trovano perfino resti di ippopotami usati come prede della caccia. Interessanti dal punto di vista scientifico e di importanza internazionale, le grotte di Marina di Camerota che hanno permesso di ricostruire i cambiamenti avvenuti lungo la costa e le attività dell'uomo preistorico, dello stesso periodo dell'Uomo di Neanderthal, che abitava questo territorio.
Lungo le coste che formano il porto naturale, dominate dai resti della torre del Frontone (o degli Infreschi) e dalla cappella di San Lazzaro, si trovano due importanti grotte raggiungibili solo via mare: la grotta degli Infreschi e la grotta del Noglio. In parte distrutte dall'azione delle acque, presentano tuttavia importanti testimonianze di frequentazione umana a partire dal Paleolitico Medio.
Nel 2019, durante i lavori per la riqualificazione di Piazza Castello, sono stati ritrovati interessanti ambienti funerari con ossa umane, probabilmente risalenti al 1700.
Omero, nella suo celebre poema "L'Odissea", sembra aver ambientato alcuni passi proprio nella costa del basso Cilento.
Fino al 1900, la realizzazione dei coppi rappresentava l'attività trainante dell'economia di Camerota.
Porta di Suso, l'unica antica porta di accesso al borgo rimasta, presenta un corpo avanzato a "saiettiera", che serviva a gettare olio bollente al nemico che tentasse di accedere.
Scendendo verso la parte bassa del paese, si arriva in zona eliporto, da cui si può accedere al sentiero che porta alla grotta di San Biagio, preziosa testimonianza della presenza dei monaci basiliani a Camerota. Al suo interno fu ricavata una piccola cappella, da cui si gode di un panorama mozzafiato.
Gli ulivi tracciano la storia del basso Cilento; importati dal mondo greco, secondo la mitologia furono donati dalla dea Athena all'uomo, per la quantità di scopi che questi poteva soddisfare. L'ulivo è simbolo della vita che non muore, perché non perde mai le foglie e rinasce anche dopo incendi o stroncature. E' altresì sinonimo di longevità, come il famoso nutrizionista Ancel Keys testimoniò con le sue ricerche sulla dieta mediterranea.
Apparizioni cinematografiche
Alcune scene del film "Senza Tempo" (2019) sono ambientate a Marina di Camerota. Il film è stato realizzato dal regista e sceneggiatore Felice Antignani, cresciuto a Pomigliano e fortemente legato al Cilento.
Il film divertente "Passpartú - Operazione Doppiozero"(2019) di Lucio Bastolla, è ambientato nel Cilento, tra Ceraso, Marina di Camerota, Napoli, la Costiera Amalfitana e Agropoli. Questo esilarante racconto di una piccola comunità, vede Veronica Maya per la prima volta sul grande schermo.
Cenni Storici L'etimologia del nome sembrerebbe derivare dal termine greco Kamaratòn, che significa "ricurvo, ad arco", riconducibile alle numerose grotte calcaree e strutture ad arco che caratterizzano Camerota. L'altra ipotesi è che derivi dal latino Camurus (incurvato), sempre legato alle forme predominanti nel territorio.
Secondo alcuni studiosi, le frazioni del borgo sarebbero sorte con l'immigrazione degli italo-greci, tra cui monaci basiliani provenienti da Sicilia e Calabria, arrivati nel Cilento per sfuggire alle guerre balcaniche. A confermare la presenza nel territorio dei monaci i resti del Cenobio di San Cono e del Cenobio di San Pietro a Licusati.
Rare sono le tracce che rimandano alla colonizzazione greca e a quella romana.
Nei secoli successivi, è stata dominata dai Longobardi (VI-XI sec. d.C.), dai Normanni (XI-XIII sec. d.C.), dagli Svevi (XIII sec. d.C.), dagli Angioini (XIII-XV sec. d.C.), dagli Aragonesi (XV-XVIII sec. d.C.), dagli Asburgo (XVIII sec. d.C.), dai Borbone (XVIII-XIX sec. d.C.).
Dal 1811 al 1860 è stata capoluogo del mandamento di Camerota, appartenente al Circondario di Vallo della Lucania.