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Navelli (AQ)

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Foto Navelli (AQ)
BENVENUTO A NAVELLI, IL BORGO DELLO ZAFFERANO!

Navelli è un borgo abruzzese di circa 625 abitanti, situato nel cuore dell'Abruzzo, in una suggestiva cornice paesaggistica racchiusa tra il versante meridionale del Gran Sasso e la Valle del fiume Aterno, al centro dell'omonimo Altopiano. Il suo abitato si sviluppa a 750 m s.l.m ... ., sul versante di un colle, come una piramide di case che si rincorrono fino al Palazzo Santucci, sulla sommità. Navelli è iscritto al club de I Borghi più belli d'Italia.

Il centro storico del borgo è caratterizzato da un dedalo di stradine e viottoli, che vi faranno immergere nell'atmosfera passata di questo piccolo centro montano. L'elemento predominante è la pietra, che ritroviamo nel colore delle case, nei balconi, negli archi, nelle vasche dove si fermavano a mangiare gli asini al ritorno dai campi, nei resti delle antiche mura medioevali e nelle quattro porte di accesso della cinta muraria, poste in corrispondenza dei rispettivi punti cardinali. La viabilità interna è tipicamente "a lisca di pesce", con la direttrice principale che è Via del Macello. Giunti sulla sommità del colle, potrete ammirare l'imponente Palazzo Baronale Santucci, classico esempio di Palazzo Castellato sorto nel Seicento sulle rovine di un'antica fortezza. La torre di avvistamento del Palazzo era il campanile della Chiesa di San Sebastiano, chiesa parrocchiale di Navelli adiacente al Palazzo.

Le bellezze artistiche e architettoniche del borgo medioevale sono accompagnate dal fascino della natura circostante. La piana di Navelli è famosa per la coltivazione dello zafferano, "l'oro rosso" del borgo, che nel 2005 ha ricevuto il marchio DOP. Ricavato dal pistillo del Crocus Sativus, cresce e si riproduce sotto terra, per sbocciare in autunno, quando tanti piccoli fiori colorano i campi di viola. La fase della "sfioratura" è un antico e prezioso momento di aggregazione contadina, che consiste nel dividere fiori dai rossi stimmi, dai quali - attraverso un tipico procedimento - è tratta la spezia vera e propria. Lo zafferano giunse nell'Altopiano dalla Spagna, nel 1230, grazie ad un monaco della Famiglia Santucci che ne portò i bulbi e, quale esperto di botanica e agricoltura, decise di coltivarlo nella piana di Navelli, sviluppando per la prima volta il ciclo annuale. I bulbi non impegarono molto a moltiplicarsi, determinando la ricchezza dell'Altopiano che vanta ancora oggi un'eccelsa qualità di zafferano.

Poco distante dal centro abitato si trova il borgo medioevale di Civitaretenga, frazione di Navelli. Qui si possono ammirare i resti delle mura di cinta e la torre di avvistamento, probabilmente risalente al 1200. Interessanti, in pieno centro storico, sono le testimonianze dell'esistenza di un antico ghetto ebraico, prezioso luogo della memoria, che sorse attorno alla Sinagoga nel 1200. A circa 500 metri dal centro abitato, sorgono la Chiesa e il Convento di Sant'Antonio, caratterizzato da un suggestivo chiostro duecentesco con affreschi sulla vita del Santo. Il Convento ospita oggi l'Ostello sul Tratturo, che prende il nome dal Regio Tratturo, il cammino della transumanza che nel tratto L'Aquila-Foggia passava proprio per il borgo di Civitaretenga. Il percorso tratturale è ideale per passeggiate a cavallo, trekking e mountain bike. 

Il borgo di Navelli è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • La Torre civica di Civitaretenga, con l'orologio, è crollata in seguito al terribile sisma del 2009.

  • Il turismo della zona, oltre che artistico, culturale ed enogastronomico, è anche escursionistico, grazie alla conservazione dell'Altopiano naturale, che si presta ad escursioni nelle piccole aree boschive presenti.

  • Un segno piccolo ma importante è stato lasciato a Navelli da Emanuele Luzzati, pittore, illustratore e scenografo di fama internazionale: un disegno della corte di Palazzo Santucci, dov'era ospitata una sua mostra.

  • Presso l'area cimiteriale di Santa Maria in Cerulis vi è un interessante sito archeologico: la Necropoli di Navelli (II-I secolo a.C.).

  • Gli scorci e i paesaggi del borgo di Navelli sono stati una forte fonte di ispirazione del pittore vastese Luigi Martella, la cui amata moglie era originaria di Navelli.

Citazione famose

  • Giornalista, viaggiatore e scrittore Gian Luigi Piccioli ha pubblicato diversi romanzi, il più noto dei quali è Epistolario collettivo (1973), nel quale descrive il piccolo borgo montano di Navelli, di cui è originario. Attraverso una serie di lettere anonime che delineano le caratteristiche culturali, storiche e sociali della comunità dalla fine dell'Ottocento fino al 1970, rappresenta la proiezione simbolica di tutte le piccole comunità del tempo.

Apparizioni cinematografiche

  • Il film Ladyhawke (1985), diretto da Richard Donner e con protagonisti Matthew Broderick, Rutger Hauer e  Michelle Pfeiffer, è stato interamente girato in Abruzzo. I produttori, per dare al film richiami francofoni, cambiarono il nome dell'Aquila in Anguillon. Il Rifugio del monaco è l'incantevole Castello di Rocca di Calascio, che domina la Valle del Tirino e la piana di Navelli.



Cenni Storici
La nascita del borgo di Navelli è databile tra l'VIII ed il X secolo, quando nove villaggi - ciascuno associato ad una chiesa - si unirono; sembra infatti che in origine il nome del borgo fosse Novelli, essendo appunto l'unione di nove villaggi. Dopo le crociate in Terra Santa, gli abitanti decisero di mutare il nome in Navelli, introducendo una nave con la banderuola crociata nello stemma, in ricordo della loro partecipazione all'evento.

Il paese vantava una posizione strategica lungo la Via degli Abruzzi, che gli consentì nel 1300 di assumere sempre più importanza, potendo assicurare gli scambi commerciali tra Firenze e Napoli. Lo zafferano, prodotto al tempo nella piana dalla famiglia Santucci, divenne subito una delle principali economie della provincia dell'Aquila. 

Con la guerra dell'Aquila nel 1423, fu assediato e costretto alla resa, senza mai però essere espugnato come ricorda la frase nello stemma del Comune: «Navellorum Merito Coronata Fidelitas». La guerra si concluse nel 1424, e Navelli fu ricompresa nell'arcidiocesi dell'Aquila per volere di papa Martino V.

Nel 1456 e nel 1461 subì gravi danni dai terremoti che si verificarono rispettivamente nel Sannio e all'Aquila, e fu quindi ricostruito, dotandosi nel 1498 di una cinta muraria fortificata.

Nel VI secolo, il commercio dello zafferano dell'Aquila si intensificò in maniera esponenziale, grazie al suo impiego nella cucina rinascimentale, spingendo il paese ad estendersi verso la piana.

Con la feudalizzazione, il territorio di Navelli divenne feudo dei Caracciolo di Napoli, che costruirono il Palazzo Baronale sulle rovine dell'antico castello; passò poi ai Gregori di Collepietro e ancora ai Conti dei Marsi.

Nel 1656, una grave epidemia di peste colpì la popolazione che passò a 200 abitanti su 1000, come attesta l'epigrafe sulla facciata della chiesa del Suffragio, edificata proprio dopo l'evento. Nel 1703, Navelli fu nuovamente danneggiato dal terremoto dell'Aquila.

Con l'unità d'Italia nel 1860, Navelli fu ricompreso nella provincia dell'Aquila incorporando il limitrofo borgo di Civitaretenga.

Dopo il secondo conflitto mondiale, l'abbandono della pastorizia e della transumanza e l'assenza di una industrializzazione dell'Altopiano, determinarono un galoppante spopolamento che ancora oggi affligge il borgo.

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Pagina gestita dal Comune di Navelli.

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