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San Chirico Raparo (PZ)

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Foto San Chirico Raparo (PZ)
BENVENUTO A SAN CHIRICO RAPARO, IL BORGO BASILIANO DAL PAESAGGIO CARSICO!

San Chirico Raparo è un borgo lucano di circa 1000 abitanti, che sorge su uno sperone roccioso alle pendici orientali del monte Raparo, in posizione dominante sulla valle del Racanello ... .

Immerso nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, circondato da suggestivi boschi come il Bosco Sella del Titolo, San Chirico Raparo si presta come punto di partenza ideale per gli amanti delle escursioni nella natura incontaminata. Attraverso vari sentieri tra estese faggete, torrenti e pascoli, si può raggiungere la cima del Monte Raparo, dalla quale ammirare l'incantevole paesaggio circostante. E' possibile praticare anche l'Equiturismo, piacevoli escursioni a cavallo per vivere l'autentico piacere di un rapporto intimo con la natura.

Il territorio del borgo è tipicamente carsico, con un terreno irto di rocce calcaree. L'esempio più evidente che contribuisce a dare al paesaggio questo carattere carsico è la Grotta di Sant’Angelo al Monte Raparo, situata al di sotto dell'Abbazia di Sant’Angelo al Monte Raparo. L'intero complesso monumentale vanta il riconoscimento di Monumento Nazionale dal 1927, nonché quello di Sito di interesse ambientale del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese per la presenza di una importante colonia di pipistrelli all'interno della Grotta. Dall'Abbazia, scendendo un'ampia scalinata millenaria, si giunge alla Grotta dove nel X secolo un gruppo di monaci basiliani in fuga dalle persecuzioni dell'impero bizantino, si rifugiò e fondò un cenobio. Nella grotta, ricca di stalattiti e stalagmiti, si possono ammirare le celle dei monaci scavate nel tufo e preziose testimonianze dei loro rituali legati al culto di San Michele, quali un affresco rupestre del Santo, numerose gallerie, e vasche rituali bagnate dalla fonte Trigella. Proprio questa fonte è interessata da un singolare fenomeno carsico di intermittenze che le conferisce un carattere magico, capace di far fantasticare il massimo rappresentante dell'umanesimo napoletano del Quattrocento, Giovanni Pontano. E' infatti qui che trovò ispirazione per i suoi versi dedicati al mito del Fauno Capripede follemente innamorato della Ninfa Ripenia.

Passeggiando per il borgo, merita una visita un antico laboratorio artigiano di sartoria oggi convertito a Museo Privato. Il Museo diffuso Sartoria Missanelli espone l'ampia collezione del famoso sarto Giovanni Missanelli, che si compone di strumenti dell'antica sartoria, pregevoli manifatture sartoriali del periodo 1700-1970, e una raccolta di ferri da stiro dal 1400 al 1970, appartenenti alla storia di San Chirico Raparo. Le affascinanti foto d'epoca che ricoprono le pareti testimoniano lo scorrere del tempo e la vita degli abitanti del borgo nel corso del XX secolo. 

San Chirico Raparo è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • San Chirico Raparo è stato protagonista dell'Insurrezione lucana, una serie di episodi del Risorgimento avvenuti in Basilicata nel 1860.

  • Il borgo è anche noto per la miracolosa statua piangente della Madonna Addolorata, conservata nella cappella dell'ex Orfanotrofio Bentivenga, ancora oggi meta di pellegrinaggio dopo 15 anni dal fenomeno.

  • Alle pendici del monte Raparo sgorgano due sorgenti di acque sulfuree, ritenute efficaci per le malattie della pelle e dei reumatismi: la Sorgente Santa Quaranta e la Sorgente Cortignano.

  • Ancora oggi si conservano tradizioni legate alla civiltà contadina del passato, tra le quali la produzione dell'olio nell'unico frantoio ancora esistente.

  • Un piatto particolare, tipico del borgo, è l' Arrappata, un mix di legumi. 

  • Nel XV secolo Giovanni Pontano, poeta napoletano, maestro e diplomatico alla corte di Alfonso D'Aragona, fu inviato in terra di Lucania in visita alle commende del Regno di Napoli. Recatosi anche nel territorio di San Chirico Raparo, presso la fonte Trigella di Sant'Angelo, scrisse versi inerenti il Mito di Capripede e Ripenia, riportati nel poema intitolato Meteororum Liber.

  • San Chirico Raparo ha dato i natali a vari personaggi che si sono distinti nelle varie branche del sapere e dell'arte, tra i quali l'Arciprete Pasquale Maria Bentivenga (1782–1866) detto il Carlo Borromeo della Basilicata, che fondò l'Orfanotrofio dell'Addolorata a lui dedicato; Francesco De Sarlo (1864-1937) titolare della cattedra di Filosofia Teoretica presso l'Università degli studi di Firenze, che fondò il primo laboratorio di psicologia sperimentale in Italia presso la stessa università; Giuseppe Paladino (1886-1937) avvocato e professore di storia presso l'Università di Catania; Vito Maria Magaldi, poeta, scrittore e patriota che a soli 12 anni si arruolò a Lagonegro nell'esercito di Garibaldi; Giuseppe Natale, avvocato e giornalista, compagno di Matilde Serao; Emilio Magaldi, storico ed archeologo che scrisse Lucania Romana .

Citazioni famose

  • "Oltre a ciò ne' luoghi vicini a S. Chirico si sono in diversi tempi ritrovati Cadaveri sepolti con delle monete in testa ed appese certe volte alla gola; vasi bellissimi di forma antica e figurati; monete greche e romane; e rimasugli di vecchie fabbriche rovinate e di strade; che son tutti segni di rimotissima antichità". Cit. Don Paolino Durante, Vita di S. Sinforosa protettrice di S. Chirico a Raparo in Lucania, 1833.

  • “Scendendo dal ponte della provinciale, per un ripido sentiero, al torrente della Trigella - nome che vorrebbe dire la gelidissima - e seguendo a ritrovo il corso del fiumicello rumoroso e spumeggiante, si arriva ad un punto al di là del quale il letto del torrente non reca la benché minima traccia di acqua”. Cit. Emilio Magaldi,  Una fonte, una grotta, una badia, in "Le Vie d'Italia", 1929.

Apparizioni Cinematografiche 

  • Il documentario "Argonauti" (2017), rivisitazione di uno dei più celebri poemi epici greci "Le Argonautiche di Apollonio Rodio", è stato girato nel borgo dal regista modenese Alessandro Penta, e ha visto protagonisti gli attori ed educatori teatrali Alessandro Argnani e Emanuele Valenti insieme ad un gruppo di giovani sanchirichesi. Questa rappresentazione del viaggio, delle sue difficoltà e delle sofferenze è ben interpretata dagli abitanti di San Chirico, quasi tutti emigrati negli anni '40 e tornati soltanto in vecchiaia.


Cenni Storici
Sulle origini del borgo di San Chirico Raparo gli studiosi sono divisi. Se da un lato alcuni sostengono che si sia formato in concomitanza con la fondazione dell'abbazia basiliana di Sant'Angelo, altri riconducono invece la sua nascita all'antica città di Polisandra, i cui resti si troverebbero presso la fonte Puzzandrana. L'etimologia del nome sembrerebbe confermare la prima ipotesi, associando la sua derivazione a San Quirico di Iconio, un santo assai venerato dai monaci orientali.

La colonizzazione greca tra l'VIII e il VII secolo a.C. della costa ionica determinò la ritirata della popolazione indigena prelucana degli Enotri verso le alture attraverso la Valle dell'Agri; si deduce quindi che anche il territorio di San Chirico Raparo sia stato abitato da questi. 

Fu feudo dei Normanni prima e degli Svevi poi. Federico II di Svevia lo diede poi in dote alla sposa di Ugo Sanseverino di Chiaromonte. A seguito della congiura di Capaccio, fu confiscato e restituito ai Sanseverino che lo tennero fino al 1524, quando lo vendettero ai Carafa di Stigliano. Nicola Carafa-Guzman fu costretto però a vendere S. Chirico per estinguere i propri debiti, e lo vendette agli Spinelli che a loro volta dopo 3 anni lo rivendettero ai Pignatelli di Marsico Nuovo, ai quali rimase fino all'abolizione del feudalesimo (1806). 

Alcuni documenti testimoniano che iIntorno al 1750, San Chirico vantava la presenza di un laboratorio per la tessitura del cotone e della ginestra, notizia che fa presupporre che l'economia del paese fosse basata sulla produzione di manifatture tessili.

Il paese fu un centro politico molto attivo nel periodo risorgimentale, distinguendosi per l'azione di Cortesani Giuseppe e dei fratelli Magaldi (1848), Borneo Francesco e Nicola Maria Magaldi (1860).

Fu colpito dal fenomeno del brigantaggio del periodo post-unitario.

Le ondate migratorie e l'emarginazione hanno colpto duramente il borgo, fino alla costruzione in tempi recenti del nuovo raccordo stradale con la fondovalle dell'Agri. 

Il borgo ha dati i natali a numerosi personaggi di rilievo che si sono distinti nel campo delle Scienze, della Letteratura e della Religione, tra i quali si ricordano: Francesco De Sarlo, titolare della Cattedra di Filosofia Teoretica nonché fondatore del primo Gabinetto di Psicologia Sperimentale in Italia presso l'Università di Firenze; Giuseppe Paladino, titolare della Cattedra di Storia presso l'Università di Catania; Pasquale Bentivenga, filantropo fondatore dell'omonimo Orfanotrofio Provinciale, della Chiesa Parrocchiale e dell'Ordine Missionario del Buon Consiglio; il poeta, scrittore e patriota Vito Maria Magaldi, che all'età di 12 anni si arruolò nell'esercito di Garibaldi; l'avvocato e giornalista Giuseppe Natale, compagno di Matilde Serao; lo storico e archeologo Emilio Magaldi, autore di Lucania Romana .

 

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San Chirico Raparo informa:


Pagina gestita dal Comune di San Chirico Raparo in collaborazione con l'associazione di promozione turistica "Pro Loco Sanchirichese"- Si ringrazia per le stesure dei testi Francesca Caputo, per le foto: Maria Maddalena Monteleone, Giulia Arbia e Caputo Carmelo.

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