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Convento dei Frati Minori Osservanti e Chiesa di San Francesco a Sant'Angelo a Fasanella

Santuari, Chiese e Monumenti
Preferito
Convento dei Frati Minori Osservanti e Chiesa di San Francesco
Indirizzo
SANT'ANGELO A FASANELLA (SA)
Via San Francesco 84027 Sant'Angelo a Fasanella
IndicazioniIndicazioni
Descrizione
Il Convento, la Chiesa e il Giardino fanno parte di un unico complesso.

Il Convento dei Frati Minori Osservanti sembrerebbe risalire al 1587 ed è situato in una zona chiamata “il Caputo”, nei pressi di una chiesetta dedicata a Santa Maria delle Grazie, abbattuta in un secondo momento durante i lavori per la costruzione della strada.

Al primo piano, troviamo il chiostro, con sedici colonne di pietra, e una cisterna al centro; sullo stesso piano, due stanze di pertinenza del comune e varie sale addette alla cucina, al refettorio e alla canova. Al secondo piano, si trovano i dormitori e varie sale utilizzate come deposito di viveri. Al terzo piano, 27 sale e la biblioteca, per un complessivo di 46 stanze.

Il Monastero ha avuto vita florida nel corso dei secoli, svolgendo un importante ruolo non solo nell’opera di apostolato, ma anche dal punto di vista culturale e civile. Famosa fu, infatti, la sua biblioteca, aperta a chiunque ne richiedesse l’accesso, che lo rese un centro di lettura di studi filosofici e di teologia.

Il suo splendore non sfuggì però alla sorte che toccò a molti conventi, i quali vennero chiusi per via della politica adottata da Gioacchino Murat nel primo decennio del 1800. 

Alla fine del 1800 il Convento, divenuto ormai un bene di proprietà del Comune, fu acquistato dal signor Michele Tardio ed adibito ad abitazione.

La Chiesa di San Francesco è un grande vano con undici altari, tra i quali quello più importante dedicato all’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria; al di sopra dell’ingresso si trova l’organo, mentre il coro è situato dietro l’altare, dal quale si accede alla sagrestia, dalla quale a sua volta, si accede al primo chiostro, ormai in rovina.

Dal punto di vista artistico troviamo molte rifiniture architettoniche e opere d’arte risalenti al XVIII secolo, periodo molto florido per via del diffuso fervore francescano alimentato dalle opere dei frati. Fra questi spicca la figura di Padre Luigi Lucia, importante figura politica e civile che operò al fine di onorare al meglio il proprio paese.

Curiosità

  • Secondo l’immaginario collettivo, fu proprio San Francesco a guidare la popolazione di Sant’Angelo nella costruzione del Convento francescano, per vivere sotto la protezione dei frati francescani. Il proprietario del suolo, infatti, dopo aver venduto quest’ultimo, non più convinto della cessione, spiantò per ben tre volte la croce eretta dai frati francescani. Per altrettante volte, questi sognò un frate dallo sguardo torvo che alla quarta volta, lo scaraventò fuori la finestra col capo all’ingiù, minacciandolo che se solo avesse rimosso nuovamente la croce, lo avrebbe gettato nel precipizio. In seguito a ciò, Saia stipulò persino un atto di donazione favorendo l’inizio effettivo dei lavori.

  • Secondo un'altra leggenda, sempre durante la costruzione del Convento, una donna restò seppellita da una montagna di terreno smottato per lo scavo delle fondamenta. Supposta ormai morta, una volta disseppellita la donna venne invece ritrovata viva e si gridò al miracolo.

  • Un altro miracolo si sarebbe verificato durante la sistemazione delle travature: il capomastro, in seguito ad una brutta caduta, sarebbe rinsavito da una condizione che non lasciava presagire alcun segno di vita, grazie alle invocazioni dei presenti al Santo. Il suddetto avrebbe poi deciso di lavorare gratuitamente per la chiesa e il convento.

  • La chiusura del Convento avvenne nel 1811 e, qualche tempo dopo, alla struttura vennero confiscate tre campane dal Ministro della guerra e della Marina e i libri della biblioteca, trasportati a Salerno. Il desiderio della popolazione di riavere il convento, spinse il vescovo di Capaccio Mons. F. Speranza ad inviare una supplica al re, sottolineando i benefici che la popolazione poteva trarre dai religiosi, premendo soprattutto sull’aspetto culturale. Nel 1818, il sindaco stilò l’atto di donazione del locale.

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