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San Piero Patti (ME)

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Foto San Piero Patti (ME)
BENVENUTO A SAN PIERO PATTI, IL BORGO DEI TESORI NASCOSTI!

San Piero Patti è un borgo siciliano di circa 2 600 abitanti, che sorge su una piccola altura dei monti Nebrodi; davanti, l'incanto delle Eolie, e alle spalle, montagne verdeggianti dominate dall'Etna ... . Il suo territorio, che presenta la forma di una foglia di edera, si congiunge con quello di Patti nella contrada di Quattrofinaidi - ovvero "quattro confini" - dove appunto si congiungono i confini di quattro Comuni: San Piero Patti, Patti, Montalbano Elicona e Librizzi.

I Tesori dei Briganti. Nella millenaria storia della Sicilia, si narrava che San Piero Patti fosse "la cittadina dai tesori nascosti" poiché, secondo una leggenda, enormi ricchezze furono celate dai briganti nelle caverne di Malopasso, tra le montagne, murate da grosse rocce di marmo rosso smosse da frane e terremoti. ​In questo piccolo angolo di paradiso, Greci, Normanni e Arabi hanno vissuto e lottato nel corso dei secoli, lasciando in eredità  forma di arte, storia, tradizioni e lingua. Antichi retaggi che ancora oggi è possibile ammirare nelle sue Chiese, nelle Statue del Gagini e nelle fontane Barocche (S.Vito e Fontana del tocco) e rivivere negli stretti vicoli, passeggiando per il quartiere Arabo, ascoltando il caratteristico dialetto gallo-Italico locale.

Il Percorso del Gagini. A San Piero Patti potrete rivivere lo splendore del Rinascimento siciliano attraverso uno dei suoi più importanti e geniali interpreti: lo scultore Antonello Gagini o Gaggini. Le opere del Maestro e della sua scuola sono infatti presenti in quasi tutte le Chiese del borgo, a partire dalla suggestiva Chiesa della Madonna del Carmine del 1566, dove potrete ammirare una meravigliosa statua in marmo, raffigurante la Madonna del Carmelo. Nella maestosa Chiesa di Santa Maria, una delle più artistiche del messinese risalente alla prima metà del Quattrocento, troverete invece le prime opere della scuola del Gagini tra cui un vero e proprio capolavoro: la statua in marmo di San Biagio, protettore del paese. Proseguendo, nella Chiesa Madre di San Pancrazio si celano tre statue in marmo del Gagini: una statua di Maria Santissima dell’Idria, di straordinaria fattura; una statua di Santa Caterina di Alessandria; e una statua della santissima Annunziata. Per concludere il percorso del Gagini, recatevi nella Chiesetta di Santa Maria del Gesù, sul cui altare spicca una affascinante statua della Madonna del Gesù, del 1514, che per il vestiario, le pieghe e le forme ricorda una scultura greca.

L'Arabite. Alle pendici dell'ex Castello, potrete visitare il caratteristico quartiere oggi noto come "L'Arabite", un esempio di urbanistica araba risalente all'827 d.C., quando appunto gli Arabi si insediarono nella parte più bassa del borgo. L'antichissimo nucleo urbano conserva intatta la tipica concezione spaziale araba, radicalmente diversa da quella della città occidentale essendo priva di disegno urbano, ritenendo gli Arabi imprescindibile il rispetto della geometria della natura. Un tempo era composto da tre settori: in alto il quartiere militare con il Castello; a sud della rocca, il quartiere residenziale attraversato da una strada sinuosa che un tempo univa i due ingressi alla città; e ad est il settore dedicato alle attività produttive e artigianali la cui vocazione soprravvive ancora.

Le Fontane Barocche. Nel cuore del borgo antico potrete ammirare due delle sue fontane barocche più belle: la Fontana del Tocco e la Fontana di San Vito. La Fontana del Tocco risale al 1875, ed è posta ai piedi del campanile della Chiesa di Santa Maria. Costruita in marmo bianco di Carrara, prende il nome dalla piazza che un tempo si trovava proprio lì. La Fontana di San Vito, a forma piramidale e con tre vasche finemente lavorate, poggia su una gradinata di marmo ed è tra le più belle sculture della Sicilia.

Le Tholos. Nelle zone più alte del territorio, in particolar modo in contrada Taffuri, potrete ammirare le tholos, o cubburi, tipiche costruzioni rurali in pietra a secco, costruite con le tecniche della pietra su pietra ad anelli concentrici come nell’antica cultura micenea. Simili - seppur più piccoli - ai dammusi della Sicilia meridionale, ai trulli pugliesi e ai nuraghi sardi, nacquero probabilmente come ricoveri di pastori e sono una preziosa testimonianza dell'antica civiltà contadina.

Mostra dell'Artigianato Artistico Sampietrino. Nella zona dove un tempo sorgeva l'antico Castello del borgo, da non perdere la "Mostra dell’Artigianato Artistico Sampietrino", una mostra permenente di opere artigianali e artistiche del passato e del presente, che raccontano la genialità e la manualità dei maestri artigiani locali che hanno dato lustro al paese.

Sentiero Pietra Altare - Vinciguerra. Se siete escursionisti esperti e siete alla ricerca di un trekking avvincente e affascinante, nel territorio di San Piero Patti potrete cimentarvi nel Percorso Mistico "Sentiero Pietra Altare - Vinciguerra". Il percorso parte da Nocera Mastro, nei pressi di Contrada  Santa Lucia, e attraversa la zona di "Vinciguerra" con la cosiddetta "Valle Sacra", dove un tempo avvenne il famosissimo ultimo scontro tra Arabi e Normanni, capitanati dal conte Ruggero d’Altavilla. Durante il percorso, costeggerete le "rocche del Malopasso", dove nidificano vari rapaci diurni e notturni, e potrete imbattervi nei ruderi degli antichi ricoveri dei pastori detti tholos o cubburi. Nel punto più alto, località "Pietra Altare", potrete apprezzare uno spettacolare panorama sul Golfo di Patti, Capo Milazzo e le Isole Eolie.

San Piero Patti è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Nel borgo di San Piero Patti si parla ancora adesso il Gallo Italico, risalente al periodo normanno, quando gli Altavilla favorirono un processo di latinizzazione della Sicilia, incentivando l'immigrazione della popolazione proveniente dalla Francia (normanni, provenzali e bretoni) e dall'Italia settentrionale (prevalentemente piemontesi e liguri) mediante la concessione di terre e privilegi. Si tratta di un'antica e preziosa testimonianza storica e glottologica.

  • Il toponimo del paese attribuito dagli antichi Greci era originariamente "Petra", in riferimento alla grande roccia di granito rosso presente nel territorio. 

  • L'Amministrazione Comunale di San Piero Patti ha lanciato il progetto delle "Case a 1 euro", al fine di ripopolare il borgo antico e mettere al contempo in sicurezza le abitazioni del centro storico da tempo abbandonate.

  • Originario del borgo è Giovanni Gorgone, medico e scienziato italiano di grandissimo valore nell'Ottocento, noto per i suoi studi anatomici e per la sua intensa attività chirurgica. Approfondì lo studio della struttura delle pareti dei vasi sanguigni, l'anatomia della mandibola, del massetere e dei denti umani. Fu il primo ad evidenziare che i tessuti e gli organi del corpo umano ed animale non decedevano nella stessa unità di tempo. Grazie alla sua enorme esperienza in campo traumatologico, diede un contributo alla Spedizione dei Mille durante la Battaglia di Milazzo del 1860. 

  • Le attività economiche del borgo sono prevalentemente legate al noccioleto, agli uliveti e ai vigneti.

  • Tra le specialità gastronomiche locali vi sono i dolci a base di mandorle e nocciole, le cullure e le nuvolette pasquali, i maccheroni col sugo di maiale e i prodotti caseari. 



Cenni Storici
Il nome che anticamente i greci diedero a San Piero Patti è Petra in riferimento ad una grande roccia di granito rosso presente in quel territorio. A San Piero infatti vissero numerosi coloni greci che fondarono la comunità di Petra e che intrattenevano rapporti commerciali con le altre comunità di Abacena e Tindari. Con l'avvento del Cristianesimo l'antica denominazione "Petra" fu trasformata in Sanctus Petrus e dopo ancora Sanctipetri supra Pactas (San Pietro sopra Patti).

Con l'arrivo degli Arabi in Sicilia, anche San Piero fu occupata dai saraceni: il loro esercito risalendo il fiume Timeto giunse nell'antico insediamento di cui occupò il versante periferico meridionale a ridosso del corso d'acqua. In quel luogo nacque l'antico quartiere saraceno conosciuto col nome di Arabite. San Piero conobbe un nuovo periodo di prosperità durante il regno del Gran Conte Ruggero I di Sicilia. Egli, forte dell'appoggio di un esercito inviatogli dal Marchese del Monferrato, scacciò i musulmani da San Piero e pose il suo territorio sotto la regia amministrazione. Molti dei guerrieri di origine piemontese e provenzale venuti al seguito di Ruggero s'insediarono definitivamente a San Piero, come testimoniato dal dialetto galloitalico locale.

Dopo la morte di Federico II di Svevia (Federico II di Svevia e I di Sicilia) sotto cui San Piero continuava ad essere territorio demaniale, il suo successore Corrado I lo trasformò in territorio feudale affidandolo ai De Sidot e successivamente agli Orioles.

Nel 1356 il Re Federico IV d'Aragona soggiornò nel castello di San Piero Patti dopo aver riportato la pace nel feudo sampietrino a seguito di una protesta popolare contro la Baronia. La regina Maria di Sicilia nel 1377 riaffidò la baronia di San Piero agli Orioles che la mantennero fino al 1646 anno in cui passò nelle mani della famiglia Caccamo. Gli ultimi nobili ad essere investiti del titolo di baroni di San Piero furono i Corvino. Cinque anni dopo la morte del barone Girolamo Corvino Filingeri, nel 1812, il Parlamento Siciliano mise fine agli stati feudali in Sicilia e San Piero, insieme a tutte le altre cittadine, venne posto sotto il diretto controllo dello Stato. Nel periodo garibaldino a San Piero furono reclutati numerosi volontari tra cui lo scienziato Giovanni Gorgone.

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Portale Turistico di San Piero Patti, gestito dal Comune. 

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