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Chiesa della Santissima Trinità (o della Madonna dei Miracoli) a Tramutola

Santuari, Chiese e Monumenti
Preferito
Chiesa della Santissima Trinità (o della Madonna dei Miracoli)
Indirizzo
TRAMUTOLA (PZ)
Piazza Beato Marino, 6
IndicazioniIndicazioni
Descrizione
La Chiesa della Santissima Trinità, conosciuta anche come Chiesa della Madonna dei Miracoli, è la parrocchiale di Tramutola. 

Le sue origini risalgono al XII secolo, precisamente al 1163, quando nel fondo dove sorgeva la piccola Chiesa di rito greco di San Pietro –  donato dal Vescovo di Marsico Nuovo (PZ) ai Benedettini dell’Ordo Cavensis – l’abate Beato Marino fece costruire una nuova cappella più grande, in grado di accogliere i fedeli in continua crescita, chiedendo che venisse dedicata alla Santissima Trinità.  

L’intenzione originaria dell’abate era probabilmente quella di favorire la nascita di una popolosa comunità attorno alla solitaria Chiesetta di San Pietro, ma al contrario la nuova struttura venne edificata su una collina, appartenente al territorio del Feudo Abbaziale del Barone Abate di Cava, accanto al monastero eretto un decennio prima.  

Alla fine del Quattrocento, fu interessato da nuovi lavori di ristrutturazione, come risultava dalla data incisa sul portale d’ingresso principale, oggi non più leggibile. Nel corso del Cinquecento, furono aggiunti diversi arredi e abbellimenti e furono costruite le cappelle laterali, mentre tra il Seicento e il Settecento furono intrapresi interventi di ampliamento e restauro, con la realizzazione delle due navate laterali.

Oggi, la Chiesa, a croce latina e a tre navate, presenta una facciata a salienti divisa in due ordini: nella parte inferiore, incastonato da quattro colonne con capitelli in stile ionico uniti da un cornicione, spicca il bellissimo portale centrale sormontato da un architrave con lunetta, dove al centro è inciso uno stemma che sembra appartenere al Vescovo commendatario dell’Abbazia di Cava, il cardinale Oliviero Carafa; nell’ordine superiore troverete un grande finestrone centrale, anch’esso delimitato da quattro colonne con capitelli in stile corinzio, probabilmente aggiunti in una delle fasi di restauro. In realtà l’edificio presenta tre diversi portali d’ingresso: in genere, attraverso la porta di sinistra passavano le donne, attraverso quella di destra gli uomini, mentre la porta centrale era riservata al clero e agli amministratori dell’Università

Alla destra dell’edificio, si erge il campanile seicentesco costituito da due livelli di monofore disposte sui quattro lati, con una cella campanaria a pianta ottagonale caratterizzata da un cornicione aggettante con modanature. 

All’interno dell’edificio, sorretto da possenti colonne che sostengono cinque archi a tutto sesto, potrete ammirare il magnifico stile tardo-rinascimentale degli arredi e delle decorazioni, così come le pregiate opere d’arte conservate nelle cappelle laterali costruite nel Cinquecento: nella navata di destra, si trovano le cappelle di S. Antonio di Padova, di Tutti i Santi e del Santissimo Sacramento, dal Novecento dedicata al Sacro Cuore; sul lato sinistro, furono collocate la cappella di Santa Maria del Carmine e la cappella della Natività della Beata Vergine, ricostruita nel Seicento con il titolo di San Benedetto. 

In particolare, nella Cappella del Sacro Cuore, da osservare con attenzione sono l’antica statua dedicata al Sacro Cuore e il prezioso polittico in legno dell’artista Antonio Stabile, che presenta una struttura divisa in due ordini e costituita da sei parti. Nella porzione superiore è raffigurata la Santissima Trinità circondata da una moltitudine di Santi e Sante, un tempo affiancata ai lati da due pannelli che ritraevano l’Arcangelo Gabriele e la Vergine. Nella sezione inferiore, il riquadro centrale è occupato dal dipinto della Deposizione di Gesù dalla Croce, in cui il Cristo è ritratto così realisticamente da suscitare in chiunque osservi la scena un senso di profondo coinvolgimento. Ai lati, sono posti due pannelli raffiguranti San Cataldo e San Giovanni Battista.  

Volgendo lo sguardo verso l’altare maggiore, noterete la prodigiosa statua della Madonna dei Miracoli, scolpita nel Settecento e restaurata e indorata a metà Novecento, e sarete rapiti dalla bellezza dei dipinti di Santi realizzati sopra il cornicione che delimita il perimetro della Chiesa. 

Da vedere è anche la cantoria lignea, collocata sul tamburo d'ingresso della Chiesa, a cui si accede mediante una scala a chiocciola incassata, che custodisce un organo a canne restaurato nel Settecento dal maestro Antonio Alfano di Rivello (PZ). 

Curiosità 

  • Il motivo principale per cui la Chiesa fu costruita su una collina – lì dove gli abitanti del borgo e i nuovi arrivati avrebbero presto dato vita alle località Casaletto e Capocasale e a poca distanza alle contrade Farnete, Castelli, Manca, Chianelli e Monticello – era la necessità di difendersi dal dilagare della malaria

  • La Chiesa anticamente sorgeva all’interno delle mura dell’Abbazia fortificata perché in questo modo il barone, che era anche abate, oltre a sorvegliare tutti i suoi vassalli, controllava anche chi si recava a messa e chi non lo faceva, essendo la Chiesa affiancata alla corte baronale e separata dal borgo solo da un arco che costituiva un passaggio obbligato. 

  • Nel 1591, affianco alla Chiesa fu edificato il primo seminario della diocesi, in ottemperanza a quanto stabilito dal Concilio di Trento. 

  • La maggior parte delle cappelle della Chiesa sono realizzate secondo jus patronatus, ovvero grazie al contributo di privati che in tal modo miravano ad accaparrarsi sia una serie di privilegi onorifici, come il posto a sedere riservato nei banchi, la menzione nelle preghiere e la sepoltura nella Chiesa, sia dello jus presentandi, cioè del diritto di presentare, in caso di sostituzione del parroco, il sacerdote o il chierico che godeva del loro favore perché fosse investito della carica. I patroni avevano anche dei doveri, tra cui garantire la manutenzione della struttura e spesso anche uno stipendio al parroco ed ai suoi collaboratori. 

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