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Santuario di Montevergine a Mercogliano

Santuari, Chiese e Monumenti
Preferito
Santuario di Montevergine
Indirizzo
MERCOGLIANO (AV)
via Santuario
IndicazioniIndicazioni
Descrizione
Il Santuario di Montevergine sorge nella frazione di Montevergine ed è stato dichiarato Monumento Nazionale.

La storia del Santuario è legata alla figura di Guglielmo da Vercelli, monaco eremita vissuto tra l'XI e il XII secolo, che al ritorno in Italia da Santiago di Compostela, per prepararsi al nuovo pellegrinaggio verso Gerusalemme si rifugiò presso il monte Serico, ad Atella. Lungo il suo viaggio verso la terra santa, incontrò Giovanni da Matera a Ginosa, il quale gli consigliò di rinunciare al pellegrinaggio per restare al servizio di Dio nelle terre d'Occidente. Guglielmo, che inizialmente rifiutò i consigli del santo, quando lungo il cammino venne malmenato da un gruppo di briganti, comprese quale fosse la sua strada: ritirarsi in solitudine e dedicarsi alla meditazione. Giunse così in Irpinia, dove sentì che la volontà di Dio era che egli si stabilisse su un monte, l'attuale monte Paternio: è qui che visse, in una piccola cella.

La fama del monaco eremita attirò al monte, spontaneamente, tanti devoti desiderosi di conoscerlo nonchè uomini che volevano seguire il suo stile di vita dedito alla preghiera e alla solitudine. Man mano quindi le celle aumentarono e si decise col tempo di costruirvi una chiesa, consacrata nel 1126, dedicata alla Madonna, cui Guglielmo era profondamente devoto. I monaci di Montevergine si riunirono in una congregazione detta Verginiana, riconosciuta ufficialmente nel 1879 da papa Leone XIII. Alla morte di San Guglielmo, nel 1142, il Santuario conobbe il suo massimo splendore, espandendosi e arricchendosi di opere d'arte tra le quali il quadro della Madonna e varie reliquie, tra le quali perfino le ossa di San Gennaro, trasferite nel duomo di Napoli nel 1497.

Dopo una profonda crisi tra il 1378 ed il 1588, il Santuario di Montevergine tornò a risplendere all'inizio del XX secolo, divenendo uno dei più visitati del sud Italia.

Nel 1956 venne aperta la funicolare che collegava il centro di Mercogliano al Santuario in ben 7 minuti.

L'edificazione della Basilica cattedrale ad opera dell'architetto Florestano di Fausto iniziò nel 1952 e si concluse nel 1961. La facciata tripartita è rivestita di pietra bianca e presenta tre portali; al di sopra di quello centrale è posto un rosone decorato con vetri policromi raffiguranti l'incoronazione della Vergine. Al suo interno, in stile neoromanico, presenta un soffitto a cassettoni con rifiniture in oro zecchino. E' composta da tre navate, divise da cinque archi su entrambi i lati. L'altare principale è racchiuso da un coro ligneo, con in fondo il trono in marmo dove un tempo si trovava il celebre quadro della Madonna di Montevergine, sostituito successivamente da un crocifisso schiodato. Dalla navata di sinistra si accede alla cosiddetta Cappella della Penitenziaria, mentre in fondo alla navata destra un portale gotico conduce all'antica basilica del 1126, di cui non rimane purtroppo più nulla.

Crollata nel 1629, l'antica basilica venne ricostruita nel 1645 su progetto dell'architetto Giacomo Conforti. Un'ampia scalinata angolare, che dà direttamente nel cortile del monastero, conduce al suo ingresso. Al suo interno, a navata unica, presenta un pavimento in marmo ed è delimitata ai lati da tre grosse arcate che sorgono al posto delle antiche navate laterali, oggi chiuse. Custodisce sei lapidi in marmo che rievocano rispettivamente la storia del santuario, un ringraziamento a papa Leone XIII, le visite di Umberto di Savoia, il pellegrinaggio di re Vittorio Emanuele III nel 1936. L'altare maggiore è adornato con tarsi di scuola napoletana misti ad elementi tipici dell'arte araba: nella parte centrale vi è la statua in marmo della Madonna delle Grazie, mentre ai suoi lati vi sono le statue in marmo di San Guglielmo e San Benedetto; notevoli anche gli ottocenteschi candelabri, simili ad angeli, realizzati in sostituzione di quelli originali in legno. 

Sul lato destro si apre la Cappella del Santissimo Sacramento, che conserva un baldacchino in stile romanico risalente al XIII secolo, con intarsi in cosmatesco, dono di Maria d'Ungheria o del figlio Carlo Martello. Qui si trova inoltre un organo a canne del XIX secolo a trasmissione mista, meccanica per i manuali e il pedale, pneumatico-tubolare per i registri, con un'unica tastiera di 56 note e una pedaliera dritta di 27 note priva di registri propri.

L'altra cappella, la Cappella della Madonna - edificata intorno al XIII secolo da Filippo I d'Angiò - ospita il quadro della Madonna. Le decorazioni della volta e altri dipinti sono opera di Vincenzo Volpe. Pregevole il monumento funebre di Caterina II di Valois, moglie di Filippo d'Angiò. 

Altra cappella è quella Cappella della Schiodazione, così detta per la presenza in passato di una tela del Seicento del Rubens, andata perduta a seguito della sostituzione con una dell'Ottocento del Serbucci.

Sul piazzale esterno sorge la Cappella del Torrione, simile ad una torre, cui si accede tramite una scalinata, di consueto fatta in ginocchio per ottenere una parziale indulgenza. Al suo interno potrete ammirare un mezzobusto del Redentore del Novecento.

Le spoglie di San Guglielmo sono custodite nell'omonima Cripta, in un sarcofago decorato con le scene più importanti della sua vita. Sempre qui si trovano anche altre urne sui muri, contenenti le reliquie raccolte negli anni. Nei pressi della cripta si trova la salma del Beato Giulio, monaco di Montevergine, come lo chiamano i fedeli che gli attribuiscono vari miracoli, sebbene non sia stato mai riconosciuto dalla chiesa; il corpo, all'interno di un'urna di bronzo, è incredibilmente ancora in buono stato, nonostante non abbia subìto alcun trattamento dalla sua morte nel 1601.

Curiosità

  • L'abbazia territoriale di Montevergine è una delle 6 abbazie territoriali italiane.

  • Durante il secondo conflitto mondiale ospitò segretamente la Sacra Sindone di Torino, fortemente voluta da Adolf Hitler.

  • Intorno al misterioso quadro della Madonna di Montevergine ruotano svariate leggende che uniscono sacro e profano e dividono la critica storica e artistica. Secondo la tradizione popolare, le Madonne sorelle erano 7, di cui 6 bianche ed una nera, quest'ultima considerata la più "brutta" e per questo chiamata "schiavona", ovvero straniera. La Madonna nera, offesa, si sarebbe rifugiata sul monte Partenio, obbligando chi volesse vederla a salire fin lassù, e di fatto ribaltando la storia, divenendo cioè la più bella delle sorelle, tale da essere celebrata due volte l'anno, a febbraio e a settembre. 

  • La Vergine viene festeggiata per il suo manto protettivo sui più deboli ed emarginati, a partire da un accadimento del 1256, quando due giovani omosessuali furono trovati a baciarsi, generando un tale scandalo nella comunità da essere legati ad un albero sul monte Partenio, nudi e senza cibo. Fu la Madonna a liberarli, permettendo ai due innamorati di amarsi liberamente di fronte all'intera comunità che gridò al miracolo. Da allora, ogni anno, in occasione della festa della Candelora, omosessuali e transessuali compiono un pellegrinaggio al Santuario in omaggio alla Vergine. Al termine della salita - "juta" - danzano insieme ad altri pellegrini nel piazzale antistante il santuario.

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