La vigilia di San Giuseppe, il 18 marzo, i bagliori di grandi
falò in onore del Santo illuminano le vie del borgo
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Ogni rione fa il suo falò (in dialetto "fucanoj") attorno al quale ci si riunisce per festeggiare con musiche e balli popolari, accompagnate da vino locale e piatti tipici tra i quali le immancabili zeppole di San Giuseppe.
Questo rituale antico è molto atteso, soprattutto dai ragazzi che già qualche giorno prima cominciano a raccogliere casa per casa la legna con una carriola. L’ultimo giorno, invece, tocca ai più “grandi” raccogliere le “fascìne” di ginestra nei boschi e in montagna, necessari per alimentare il fuoco e mantenerlo vivo tutta la notte.
Curiosità
- La tradizione dei grandi falò sembra affondare le proprie radici nei riti arcaici che pastori e contadini celebravano in prossimità dell’equinozio di primavera, stagione dei raccolti. I falò che accendevano erano propiziatori per aggraziarsi le forze della natura e il fuoco stesso era simbolo di rinascita, di nuova vita che nasce dalle ceneri di quella passata.
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