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Salve (LE)

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Foto Salve (LE)
BENVENUTO NEL BORGO DI SALVE, LA PERLA DEL CAPO DI LEUCA CON LE MALDIVE DEL SALENTO!

Salve è un borgo di circa 5.000 abitanti situato nel basso Salento lungo la costa ionica del Capo di Leuca, il cui abitato sorge sui rilievi delle serre salentine, a 130 metri sul livello del mare ... .

Il borgo è una meta molto ambita soprattutto per la Marina di Pescoluse, le cui spiagge sono definite “le Maldive del Salento” grazie alla sabbia finissima e ad un mare dalle acque cristalline. Il litorale di Salve, che include anche Posto Vecchio, Torre Pali ed una parte di Lido Marini, è insignito con continuità dal 2009 dell'importante riconoscimento “Bandiera Blu”. Tra i piccoli scogli che emergono dai suoi bassi fondali spicca un piccolo gioiello: l'Isola della Fanciulla. L'isolotto è circondato da dune ricoperte da molteplici specie vegetali, tra le quali i caratteristici gigli marini. Simbolo indiscusso delle Marine di Salve è la torre di “Torre Pali”, una delle numerose torri di avvistamento costiere fatte costruire nel 1500 da Carlo V. La torre, collegata in origine alla terraferma, a causa dell'erosione costiera si presenta oggi diroccata e completamente circondata dalle acque del mare, a circa 15 metri dalla costa, in una posizione particolarmente suggestiva. 

Una particolarità del borgo, spesso penalizzante seppur caratteristica, è che il suo incantevole centro storico si trova in periferia. Arroccato su un'altura e circondato da una campagna di indicibile bellezza, vanta la presenza delle tipiche case a corte salvesi, e di signorili Torri di avvistamento, fatte costruire dalle famiglie benestanti di Salve accanto alle loro case; tra queste risaltano Torre dei Notari e Torre dei Montano. Scrigno di bellezza è la sua Chiesa Madre, la Chiesa di San Nicola Magno, situata nella parte più antica, al cui interno tra le tante meraviglie custodisce l'organo più antico di Puglia e tra i più antichi d'Italia, ancora oggi funzionante. Simbolo del centro storico è indubbiamente la scala barocca di Palazzo Ceuli, situata in uno scenografico cortile e realizzata nel 1770 insieme al palazzo, su progetto di un estroso architetto alessanese. Un altro bel palazzo è lo spagnoleggiante Palazzo "Ramirez-Carida", alle spalle del quale si può visitare uno dei più antichi frantoi di Salve, il Frantoio Ipogeo "Le Trappite" (1600), interamente scavato nella roccia.

Merita una passeggiata lenta il ricchissimo patrimonio archeologico racchiuso nel territorio di Salve. A partire dalla preistorica Grotta Montani, frequentata dall'uomo di Neanderthal 70.000 anni fa, dove sono stati recuperati un centinaio di strumenti in pietra da lui utilizzati e oltre 4200 reperti faunistici. Spostandosi poi presso l'area archeologica di Macchie don Cesare, si possono ammirare tumuli funerari perfettamente conservati, risalenti a circa 4500 anni fa, quando l’uomo primitivo evolutosi culturalmente e spiritualmente iniziò a praticare il culto della sepoltura. Altro reperto di particolare importanza da non perdere è il Dolmen Argentina-Graziadei, un monumento megalitico di 3500 anni che si contraddistingue da altri monumenti coevi per struttura e dimensioni. Molto interessante anche l'insediamento messapico de I Fani, dove sembrerebbe che in una cittadella di nome Cassandra gli operosi abitanti macinassero pepite d’oro in un mulino. Mentre ancora, in un fondo denominato Terramascia, è stato rinvenuto il cosiddetto Tesoretto monetale di Salve, originariamente composto da un centinaio di monete coniate in diverse città greche e magnogreche, databili tra la seconda metà del VI secolo e il III secolo a.C. La moneta più recente è un quadrigato della zecca di Roma datato 250 a.C. circa, periodo in cui ebbe inizio il processo di romanizzazione della penisola salentina che ha visto protagonista anche il piccolo borgo di Salve.

Il borgo di Salve è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • La piccola frazione di Ruggiano ha l'aspetto di un villaggio western, con una sola strada che attraversa il centro ed un monumento significativo, il Santuario dedicato a Santa Marina, cui gli abitanti sono molto devoti. 

  • In età moderna l’economia di Salve ruotava soprattutto intorno all’olio, prodotto in una ventina di trappeti ipogei. Il più celebre è il frantoio “Le Trappite”, interamente scavato nella roccia. 

  • Il prodotto che maggiormente caratterizza Salve e il territorio che lo circonda è il cosiddetto oro del Salento: l’olio extravergine d’oliva. Un olio dal sapore fruttato che tuttavia lascia emergere anche una lieve sensazione di amaro leggermente piccante. 

  • Altro protagonista indiscusso dell’economia salvese fino alle fine degli anni Settanta è stato il "Pomodoro di Salve". Il mercato “la Chiàzza” (attualmente piazza Matteotti) brulicava di produttori, mediatori ed acquirenti. Oggi viene coltivato negli orti domestici ed in piccoli appezzamenti di terra, secondo l'antica tradizione della coltivazione "a secco", e si contraddistingue per la durezza della sua buccia, per la sua attitudine ad essere conservato e per le sue riconosciute proprietà organolettiche. Si sta avviando inoltre uno studio per l'inserimento di questa "varietà" all'interno della lista delle Produzioni Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.).

  • Nel 1628 i Salvesi decisero di acquistare un organo per la loro Chiesa. L'organo Olgiati-Mauro, dai nomi dei maestri costruttori, è un vero e proprio gioiello dell’artigianato musicale, C'è una leggenda legata all'antico organo: un galeone, nel cercare di trasportare il bellissimo organo costruito a Como e diretto ad Alessandria d’Egitto, costeggiando le coste salentine sarebbe stato colto da una tempesta violenta; i pescatori di Torre Pali, nel cercare di salvare i marinai superstiti, scoprirono nella stiva l'organo, poi montato nella chiesa madre di San Nicola Magno dove lo si può ammirare ancora oggi.

Inno paesano

  • CANTO TRADIZIONALE SALVESE

    Sai quantu è bèddu Salve è na pianura,
    strade darìtte còmu nà cannìla.
    Ci lu vòle lu còre mèu ne l'àggiu ddàre ne l'àggiu ddà,
    ci lu vòle lu còre mèu ne l'àggiu ddàre quannù sarà.
    Ne l'aggiu ddàre quannu stàmu suli,
    le pène tòi e le mèi n'imu cuntàre.
    Ci lu vòle lu còre mèu ...
    Lucème luna c'àggiu caminàre,
    aggiu scìre dal mio bene ca me vòle.
    Ci lu vòle lu còre mèu...
    O rondinella ca vàrchi lu mare,
    me presti l'ali tòi, su bedde nere.
    Ci lu vòle lu còre mèu...
    E quànnu torna a casa vòju rèsta,
    sapesse la dolore ca me cùsta.
    Ci lu vòle lu còre mèu...
    E pìcca pane e pìcca patarnòsci,
    cusì s'à dittu sempre a quiste vànni.
    Ci lu vòle lu còre mèu...
    Sai quantu è beddu Salve allu tramontu,
    lu sùle scàrfa 'ncora lu Salentu.
    Ci lu vòle lu còre mèu...
Apparizioni cinematografiche 

  • Il docufilm "Terrarussa e petre" (2018) del regista Luca Melcarne è interamente "made in Salve". E' basato sulla storia della comunità salvese negli anni Cinquanta, e trae spunto dal volume “Archeologia del Salento” del prof. Nicola Febbraro, esperto di storia locale. 

  • "L'agenzia dei bugiardi" (2019) del regista Volfango De Biasi è una commedia italiana girata tra Salve, Pescoluse e l'Acaya Golf Club di Vernole (LE). Nel cast, gli attori Giampaolo Morelli, Massimo Ghini, Alessandra Mastronardi, Paolo Ruffini, Carla Signoris, Herbert Ballerina e Diana Del Bufalo.



Cenni Storici
Il nome del borgo di Salve è un saluto di benvenuto a chi arriva per ammirarne le bellezze.

Il patrimonio archeologico del territorio, con monumenti megalitici (dolmen, menhir, specchie), oggetti preistorici e frammenti ossei, testimoniano che i primi insediamenti risalgono a circa 60.000 anni fa. 

I primi rinvenimenti archeologici risalgono all'età del bronzo quando Salve ospitava insediamenti messapici come l'insediamento della Masseria dei Fani dal 1550 a.C. al 470 a.C., del villaggio "Spigolizzi" (XVI-XV secolo a.C.) della mitica cittadella di Cassandra che la leggenda racconta che macinasse in un mulino le pepite d'oro, e del villaggio "Casale di San Biagio", presumibilmente così chiamato perchè ubicato vicino alla cappella dedicata a "Santu Lasi". 

Il Casale sarebbe stato abbandonato nel VI secolo d.C. a causa di una pestilenza o, come per Cassandra, per la furia devastatrice dei Goti.

Qualche secolo dopo, il centro abitato di Salve si espanse rapidamente per lo spostamento degli abitanti della costa ionica verso l'interno, abitanti in fuga dalla malaria. 

Nel IX secolo, con il feudalesimo, Salve fu dominata da diverse famiglie nobiliari. Tra queste, Giacomo Natoli (dell'Antoglietta), discendente del re di Francia e Barone di Fragagnano, Ruffano, Altavilla, Casalecchio, Santa Digna, Casavecchia, di Morciano, Francavilla, Monteiasi, barattò il feudo di Morciano con quello di Salve con Ruggero Sambiasi.

I Duchi di Salve costruirono nel quartiere Vomero di Napoli la loro dimora chiamata Villa Salve, nota anche come Villa Winspeare a seguito del matrimonio della duchessa Emma Gallone con Antonio Winspeare.

L'arrivo dei Saraceni prima (IX secolo d.C.) e dei Turchi poi (XV secolo) portarono alla costruzione di mura difensive ed altre fortificazioni tuttora esistenti. 

Sempre a scopo difensivo e di avvistamento, sotto la dominazione spagnola Carlo V fece edificare una serie di torri costiere; tra queste, la Torre dei Pali, terminata nel 1563, fu posta su uno scoglio in mezzo al mare, collegata alla terraferma da un ponte in muratura che oggi non esiste più, facendo apparire la torre isolata in  mezzo al mare. La torre ha dato il nome anche alla frazione del comune.

La grande operazione di bonifica delle coste ioniche del Salento avviata nel 1930 e terminata nel secondo dopoguerra, portò all'utilizzo delle spiagge con conseguente sviluppo del turismo balneare, che oggi costituisce una delle principali risorse economiche del comune.

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Portale turistico di Salve, gestito dal Comune.

Si ringraziano per il materiale fotografico: Sandra Sammali, Marco Cavalera, Nicola Febbraro, Marco Piccinni.

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