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Barile (PZ)

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Foto Barile (PZ)
BENVENUTO A BARILE, IL BORGO ARBËRESH DELL'OLIO E DEL VINO!

Barile è un borgo lucano di origine arbëresh, che conta circa 2.872 abitanti, e sorge nell'area del Vulture, su due colline di tufo divise da un burrone ... .

Caratteristica geofisica del territorio del borgo, dal paesaggio per certi versi simile a quello palestinese, è il Sheshë, un complesso collinare costituito da una moltitudine di grotte scavate nel tufo vulcanico, ai piedi del Vulture. Inizialmente usate come rifugio per gli immigrati, sono oggi utilizzate per la conservazione del famoso vino coltivato nella zona: l'Aglianico del Vulture. Questo vino dal colore rosso rubino vivo presenta qualità che gli sono valse il soprannome di Barolo del sud. Le Cantine dello ''Sheshë'' (piazza) sono situate non lontano dal paese e sono visitabili. E' su questo suggestivo sfondo naturale che, nel 1964, Pier Paolo Pasolini girò alcune scene del suo film "Il Vangelo secondo Matteo".

Il centro storico di Barile è ricco di archi, portali, strade lastricate in pietra, palazzi storici e numerose architetture sacre, che rivelano le sue tradizioni arbëreshë. Notevole è la seicentesca Chiesa della Madonna di Costantinopoli, dedicata alla Santa Patrona del borgo; secondo la tradizione popolare, fu costruita nel luogo indicato in sogno dalla Madonna stessa ad un contadino, dove questi scavando avrebbe trovato un dipinto della Vergine sul tufo. L'edificio custodisce un antico affresco murale della Madonna in stile bizantino. 

Durante l'anno, Barile è animata da vari eventi sia relativi all'enogastronomia che al sacro. Proprio qui, da oltre 400 anni, ha luogo la più antica Sacra Rappresentazione della Basilicata, che nel giorno del Venerdì Santo rievoca la Passione di Cristo. Durante il secolare e suggestivo corteo, capeggiato da tre centurioni a cavallo, motivo di grande significato è l'oro che copre i simboli e riveste i personaggi della rappresentazione del calvario di Gesù: esso copre le croci e gli abiti bianchi delle "tre Marie" - tre bambine che simboleggiano purezza e innocenza -, le braccia impastate della Veronica - una ragazza vestita di nero che reca lo stendardo con i segni della passione di Cristo -, ma soprattutto "veste" la zingara, personaggio singolare che secondo la tradizione popolare avrebbe acquistato i chiodi per la crocifissione. Zingara e Moro, altro personaggio, simbolo rappresentativo del male, sono fra le poche figure che si muovono nel corso della processione, ostentando indifferenza e sfacciata allegria nel generale clima di tragedia. La zingara regala alla gente ceci e confetti, estraendoli da un cestino rosso in cui sono contenuti i chiodi della crocifissione. Il corteo si snoda per cinque chilometri e coinvolge circa 126 persone tra giovani, ragazze e fanciulle, divisi in 25 gruppi di personaggi che percorrono per quattro ore le vie del borgo.

Il borgo di Barile è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Lo stemma comunale raffigura un barile posto fra due alberi d'abete ed un grappolo d'uva. 

  • Barile è rinomata per la produzione dell'Aglianico del Vulture DOC, vino molto pregiato e conosciuto a livello nazionale. Il borgo ha ospitato due sagre dedicate a questo vino: l'Aglianica e Cantinando.

  • Un altro prodotto di vanto del borgo è l'Olio, qui coltivato dai tempi della Magna Grecia, che nel 2005  ha ottenuto il riconoscimento DOP.

  • A partire da Natale, la ragazza di Barile che interpreterà la zingara durante la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, riunisce gli ori antichi delle famiglie del borgo. Con ben 10 chili di ori, la zingara realizza un corpetto, e si adorna dita, braccia, capelli e collo.

  • Ogni anno, a metà Settembre, si svolge l'evento di rivalutazione del piatto tipico della cultura arbëreshë, il Tumact me Tulez, utilizzato durante i giorni di festa. Si tratta di particolari tagliatelle caserecce, condite con mollica croccante e sugo alle noci.

Apparizioni cinematografiche 

  • A Barile sono state ambientate alcune scene del film "Il Vangelo secondo Matteo" (1964), di Pier Paolo Pasolini. Il regista scelse lo sfondo naturale delle cantine, probabilmente ispirato dall'aspetto geofisico del paesaggio, somigliante per molti aspetti a quello palestinese o con analogie di carattere socio-economico e psicologico.

  • Nel 2011, il borgo è stato scelto per il film intitolato "Un giorno della vita di Giuseppe Papasso" (2011), diretto da Giuseppe Parnasso.



Cenni Storici
L'etimologia del nome del borgo è di indubbia provenienza. Alcuni studiosi sostengono che derivi da Barrale o Barelium, termine usato un tempo per indicare i dazi sui greggi; altri lo collegano invece ai Barili di legno utilizzati per la conservazione del vino coltivato nella zona, l'Aglianico del Vulture. A sostegno di quest'ultima ipotesi, il fatto che nello stemma comunale vi sia rappresentato un barile fra due alberi d'abete ed un grappolo d'uva. 

Il borgo ha origine greco-albanese, e conserva ancora le tradizioni etno-linguistiche Arbëreshë. La prima colonia di gente greco-albanese, detta Arbëresh, arrivò nella zona probabilmente nel 1477, quando il vescovo di Rapolla decise di popolare il casale di gente estranea al Regno, dando loro il privilegio dell'esenzione dai tributi fiscali per circa 10 anni; nel 1664 c'è stata la sesta ed ultima migrazione da parte di una colonia albanese. Ciascuna colonia ha un soprannome, associato alla provenienza: la colonia dei Clefiti (la prima); la colonia dei Coronei (seconda e terza, da Corone); la colonia dei Mainotti (da Laconia e da Maina, l'antica Leuctra) o dei Camiciotti (per via della camicia nera che indossavano); la colonia di Maida. 

Il centro, sotto la giurisdizione feudale dei Caracciolo di Torella, seguì le sorti del resto della zona.

Nel 1851 il paese rimase gravemente danneggiato a seguito di un terribile terremoto che causò oltre 100 vittime e innescò un progressivo spopolamento. 

Nel 1861 il paese divenne parte integrante del brigantaggio lucano, avendo come personaggi uomini fedeli a Carmine Crocco che si opponevano al governo sabaudo di Vittorio Emanuele II. 

Il 23 luglio 1930 Barile fu colpita dal sisma del Vulture, che interessò le province di Avellino e Potenza.

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Barile informa:
Portale turitico di Barile, gestito dalla Pro Loco.

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